giovedì 5 giugno 2014

Dei «fratelli del Signore» e dei testimoni del «Signore Risorto»

Esistono due passaggi nelle autentiche lettere di Paolo che meritano più attenta considerazione, e che richiedono un'analisi che purtroppo non si può esaurire in un blog ma richiedono l'attenzione di seri e competenti studiosi come il dr. Carrier: il passo del ''fratello del Signore'' in Galati 1:19 e la lista delle apparizioni del Cristo risorto in 1 Corinzi 15. Paolo certamente non agisce mai come se pensasse che Giacomo fosse il ''fratello del Signore'', come sembra voler dire prima facie Galati 1:19.

Degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore.
(Galati 1:19)

E neppure sembra pensare che Pietro o Giacomo avessero qualche speciale connessione a Gesù.
Per Paolo, i tre cosiddetti ''Pilastri'' della chiesa di Gerusalemme, Pietro, Giovanni e Giacomo, non sono nessuno, sono i suoi nemici personali, e non hanno nulla da aggiungere alla comprensione di Paolo del vangelo:


...vi andai però in seguito a una rivelazione. Esposi loro il Vangelo che io annuncio tra le genti, ma lo esposi privatamente alle persone più autorevoli, per non correre o aver corso invano. Ora neppure Tito, che era con me, benché fosse greco, fu obbligato a farsi circoncidere; e questo contro i falsi fratelli intrusi, i quali si erano infiltrati a spiare la nostra libertà che abbiamo in Cristo Gesù, allo scopo di renderci schiavi; ma a loro non cedemmo, non sottomettendoci neppure per un istante, perché la verità del Vangelo continuasse a rimanere salda tra voi. Da parte dunque delle persone più autorevoli – quali fossero allora non m’interessa, perché Dio non guarda in faccia ad alcuno – quelle persone autorevoli a me non imposero nulla.
(Galati 2:2-6)


È impressionante che egli parla con tale scorno e derisione circa uomini che sono apparentemente i personali discepoli e parenti di Gesù. Come può egli con tale durezza rifiutare i più intimi seguaci del suo personale Signore e Salvatore in quanto perdenti e falsi credenti con nulla a suoi occhi che meriti qualche valore? Non solo Paolo non sente mai il bisogno di difendere la sua opposizione agli Apostoli & Pilastri -- come sarebbe prevedibile qualora sentisse in primo luogo il bisogno di ridefinire i requisiti necessari ad un apostolo che non siano l'aver conosciuto Gesù di persona, prima ancora di svincolarsi come tale dall'influenza di chi apostolo lo sarebbe già, esattamente in virtù di quella conoscenza --, ma non dice nulla in questo punto che indicherebbe di essere anche solo consapevole della diversità della loro relazione con Gesù rispetto alla personale relazione di Paolo con Gesù. 

Per Paolo loro sono solo nella stessa posizione come lui stesso -- e certamente non meglio di lui.

Ma come può Paolo parlare in termini così ostili di Giacomo, l'uomo che chiama ''Fratello del Signore''? Forse non lo chiamò mai così. In realtà, se questo singolo frammento di frase viene rimosso, non c'è nessun indizio da qualche altra parte negli scritti di Paolo da far pensare che ritenesse Giacomo il fratello di Gesù, o che Pietro avesse qualche speciale relazione con Gesù, o che Pietro o Giacomo -- o qualcun'altro -- conoscessero mai Gesù. Malgrado i folli apologeti cristiani si aggrappino su quell'unico e solo verso (Galati 1:19) dove Paolo si riferisce di passaggio a Giacomo come a ''il Fratello del Signore'',  sembra perfino più probabile, rispetto all'idea che si intendesse un fratello biologico di Gesù, che si trattava solo di una nota marginale inserita da uno scriba più tardo, non si sa se per accidente o deliberatamente.

Su che base possiamo dirlo?

Perchè se Paolo avesse mai davvero detto qualcosa del genere, è davvero difficile comprendere come egli possa poi solo un pò di versi più tardi rifiutare sdegnosamente Giacomo come se egli fosse un totale nessuno:

Da parte dunque delle persone più autorevoli – quali fossero allora non m’interessa, perché Dio non guarda in faccia ad alcuno – quelle persone autorevoli a me non imposero nulla.
(Galati 2:6)


Non abbiamo nessun manoscritto di Galati tranne quelli parziali risalenti al terzo secolo, così ci doveva essere stato tempo a sufficienza per una tale glossa di scriba trovare il suo modo di finire in tutte le prime copie. In realtà abbiamo parecchi esempi di esattamente questo genere di cose. Capitava tutto il tempo. E non possiamo dimenticare che le epistole di Giacomo e di Giuda non dicono nulla circa l'identità dell'uno o dell'altro autore come fratello di Gesù -- nonostante l'autore di Giuda si identifichi come fratello di Giacomo:
Giuda, servo di Gesù Cristo e fratello di Giacomo, ai chiamati che sono amati in Dio Padre e custoditi da Gesù Cristo...
(Giuda 1:1) 

A suggerire dunque che la tradizione di Giacomo e Giuda identificati come fratelli di Gesù sorse solamente più tardi.

Ma in realtà tutti i cristiani erano fratelli del Signore. Così se tu chiami un cristiano un ''fratello del Signore'' non vai a selezionarlo del tutto, almeno non nel modo in cui intendi, perchè dici solo che è un fratello adottato, e non che è un fratello biologico di Gesù.


Testimoni del Signore Risorto


 Nella prima lettera di Paolo ai Corinzi, Paolo ci fornisce tanto di lista di apparizioni del risorto Gesù:
...e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.  
In seguito apparve a più di cinquecento fratelli
[πεντακοσιοις αδελφοις] in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto.

(1 Corinzi 15:5-8)


 Comunque, la sua lista non corrisponde a nessun'altra degli altri racconti del medesimo episodio e solleva più interrogativi che risposte.  Secondo Paolo, Gesù fu visto dai seguenti individui, in quest'ordine:



 

1. Cefa.
2.
poi i Dodici. 

3. poi più che cinquecento fratelli in una sola volta.
4. poi Giacomo.
5. poi tutti gli apostoli.
6. per ultimo, da Paolo stesso.


I folli apologeti cristiani agiscono come se Paolo fornisce concreta evidenza corroborante in questo punto le apparizioni post-risurrezione di Gesù. Ma devi solo guardare per vedere che non corrisponde ad alcuno dei racconti evangelici - non che a loro volta quest'ultimi concordano l'un con l'altro, naturalmente.
Un aspetto estremamente strano della lista di Paolo è che si discosta da quanto da noi atteso per alludere invece ai discepoli come se fossero due gruppi diversi. Per prima, egli dice che Cefa (ossia Pietro), e quindi i Dodici, videro Gesù. Poi cinquecento dei ''Fratelli'', e ancora dopo, Giacomo e tutti gli apostoli.
Perchè Paolo scrive in modo così strano?
Non è Cefa uno dei Dodici?
Così perchè Paolo non dice invece che Gesù fu visto dai suoi discepoli punto e basta?
E perchè nominerebbe i Dodici?

Per quel tempo Giuda Iscariota sarebbe morto e il suo sostituto Mattia non ancora designato al suo posto:
Sta scritto infatti nel libro dei Salmi: 
La sua dimora diventi deserta 
e nessuno vi abiti, e il suo incarico lo prenda un altro. 
Bisogna dunque che, tra coloro che sono stati con noi per tutto il tempo nel quale il Signore Gesù ha vissuto fra noi, cominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di mezzo a noi assunto in cielo, uno divenga testimone, insieme a noi, della sua risurrezione». Ne proposero due: Giuseppe, detto Barsabba, soprannominato Giusto, e Mattia. Poi pregarono dicendo: «Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostra quale di questi due tu hai scelto per prendere il posto in questo ministero e apostolato, che Giuda ha abbandonato per andarsene al posto che gli spettava». Tirarono a sorte fra loro e la sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli.

 (Atti 1:20-26)

...così sarebbero stati gli Undici, non i Dodici.


Sembrerebbe che Paolo (o chiunque altro modificò 1 Corinzi) stesse trattando Pietro e ''i Dodici'' come un gruppo totalmente diverso da Giacomo e ''gli apostoli''.
Perchè?
 Chi sono quelli apostoli, e perchè non sono compresi nè tra i Dodici né tra i 500 Fratelli?
È possibile che la ragione del perchè Paolo tratti ''i Dodici'' come un gruppo interamente separato dai discepoli è perchè si trattava di un gruppo davvero separato. Anche gli Esseni avevano i loro ''Dodici'', il concilio regnante dei Dodici, presieduto da un  mebaqqerim – o  in greco, da un ἐπίσκοπος, ovvero un vescovo.
Nel consiglio della comunità ci saranno dodici uomini e tre sacerdoti perfetti in ogni cosa manifestata da tutta la legge, per praticare la verità, la giustizia, il giudizio, l'amore benigno e un camminare modesto, ognuno verso il suo prossimo, per custodire sulla terra la fede con carattere deciso e spirito contrito per scontare l'iniquità praticando il giudizio e (sopportando) le angustie del crogiolo, e per camminare con tutti secondo la misura della verità e secondo la norma del tempo. 
(Regola della Comunità, 8:1-4)


Ricordati, Paolo non dice mai che ''i Dodici'', ''i Fratelli del Signore'' (ad esempio, 1 Corinzi 9:5), o ''gli Apostoli'' fossero parenti o discepoli personali di Gesù, o che Gesù avesse un seguito del tutto, e neppure tratta i leaders della chiesa di Gerusalemme, Pietro, Giacomo e Giovanni come se avessero qualche speciale connessione a Gesù.  Per Paolo, ''apostoli'' e ''fratelli del Signore'' sono semplicemente credenti in Cristo al pari di lui.
È un puro caso perchè centinaia di ''laici'' godano di un'apparizione di Gesù prima ''di tutti gli apostoli'', prima addirittura di Giacomo, il presunto fratello carnale di Gesù e il leader della chiesa?
E perchè non sono ciascuna di quelle apparizioni ricordate nei vangeli?
Ciascun vangelo dà il suo proprio ritocco alle apparizioni post-risurrezione, ma nessuno di loro corrisponde alla lista fornita in questo punto.


E che cosa dire della Pentecoste?
Che cosa dire di quei 500 e più Fratelli che videro il Signore nello stesso momento?
Perchè un incidente di questa risonanza non viene menzionato in alcun vangelo o capitolo di Atti degli Apostoli?
E come potevano esserci cinquecento uomini durante quest'apparizione quando Atti degli Apostoli ci comunica che erano presenti solamente circa 120 credenti in totale al tempo dell'ascensione di Gesù?
In quei giorni Pietro si alzò in mezzo ai fratelli – il numero delle persone radunate era di circa centoventi – e disse....
(Atti degli Apostoli 1:15)


O Paolo è in errore oppure Luca oppure entrambi circa quelle figure, ma non possono essere ambedue corretti. È strano che i folli apologeti cristiani si basino così pesantemente su questa lista curiosamente ben scritta quasi fosse una ''dimostrazione storica'' della risurrezione, dal momento che contraddice completamente i vangeli.

Robert Price fa alcune osservazioni eccellenti in questo punto:

L'apparizione a più di cinquecento seguaci di Gesù è così grandiosa che deve essere una leggeenda apocrifa più tarda. Se una tal cosa fosse nota da tempi più antichi (e se fosse accaduta, come poteva non esserlo?), perchè non troviamo nessuna sua menzione nei vangeli? Possiamo immaginare che qualcuno, tanto meno tutti, degli evangelisti sarebbero stati ignoranti al riguardo e l'avrebbero omesso nel caso ne avessero saputo qualcosa? [1]


Ma forse l'intero incidente è solo basato su una incomprensione: Carrier nota numerose curiose somiglianze in vocabolario tra il racconto di Paolo degli oltre ''cinquecento'' (πεντακοσιοις αδελφοις) ''Fratelli'' e gli eventi di Atti degli Apostoli del giorno ''della Pentecoste'' (της πεντηκοστης). Sembrano esserci troppe somiglianze per essere una banale coincidenza. Carrier si chiede se Luca rielaborò Paolo per pervenire con la sua storia, o se Paolo in origine descrisse un'esperienza pentecostale e non un'apparizione a ''oltre cinquecento'' credenti in un sol momento.
O una oppure l'altra possibilità è probabilmente vera, e nessuna delle due coincide con i contesti offerti nei vangeli. È anche un peccato che Paolo non offre alcun dettaglio circa quelli avvistamenti di Gesù, nemmeno dei suoi personali avvistamenti -- sebbene Luca non afferra abbastanza della storia della sua miracolosa conversione (fornendoci tre versioni inconsistenti), Paolo mai una volta ci comunica di essere stato divinamente atteso al varco da Gesù sulla via per Damasco, ma che solo mediante scrittura e rivelazione lui ''vide'' il Signore. E dal momento che lui descrive tutte quelle altre apparizioni allo stesso modo, forse ''apparizione'' è una parola troppo forte per ognuno di quei casi.

Cefa, Giacomo e il resto videro semplicemente il Signore esattamente nella maniera in cui lo vide Paolo, con gli occhi della fede?

Dal momento che questo intero insieme di nomi sembra essersi originato come un elenco di credenziali per i vari apostoli, dovremo tenere ben in mente che la ''lista di testimoni oculari'' di Paolo è davvero niente più che un semplice appello degli individui e dei gruppi comunemente accettati (alcuni dei quali potrebbero essere stati puramente mitici ad ogni caso) che pretesero di parlare per Cristo.
Ma perchè il meglio che possa offrire Paolo in difesa della risurrezione è questa piccola e problematica lista di ''testimoni'', in tutti i casi?
Immagina di essere Paolo che scrive questa lettera. Se il ritratto tradizionale di Paolo fosse corretto, avresti un sacco di evidenza da far emergere alla luce in questo punto a tuo favore.
Tu conosci i fratelli di Gesù.
Tu conosci i discepoli di Gesù.
Non è impensabile che tu conosci sua madre.
Gesù stesso è apparso a te in una visione sulla via per Damasco.
Così tu dovresti avere accesso all'intera storia dall'inizio alla fine compresa la sua nascita miracolosa, la sua famosa carriera, gli impressionanti miracoli, i chiari nuovi insegnamenti, e tutti gli incredibili accadimenti della sua morte e risurrezione, del ritorno ai suoi seguaci e della sua finale ascensione in cielo.
Cosa diresti?
Con tutte le sue opzioni disponibili -- testimonianza oculare, parenti, la sua eccitante storia personale di conversione -- Paolo non offre nient'altro che una lista sospetta, con u pò di nomi di coloro che Paolo pretende trovarono Gesù allo stesso suo modo: parlandogli dalle scritture ebraiche. È importante notare che tutto questo significa che non siamo in possesso di scritti autentici dei leaders della chiesa di Gerusalemme, o da qualcuno che pretese di essere un discepolo personale di Gesù. Ogni cosa che sappiamo dei tre ''Pilastri di Gerusalemme'', Giacomo, Pietro/Cefa e Giovanni, proviene da Paolo -- e Paolo non dice nulla circa Pietro, Giovanni o qualsiasi altro che orbitò attorno a Gesù. A parte una mezza riga sospetta e altamente insolita, egli non dice nulla che ci  indurrebbe a pensare che lui credeva che Giacomo godesse di una qualche relazione speciale con Gesù.

L'implicazione a questo punto non può essere sottolineata abbastanza: non c'è nulla nel Nuovo Testamento che fosse veramente scritto da qualcuno che poteva affermare di aver conosciuto personalmente Gesù.

[1] Robert M. Price, The Incredible Shrinking Son of Man, Prometheus 2003, pag. 344, mia libera traduzione e mia enfasi.