sabato 8 febbraio 2014

Del Gesù che evapora (VIII)

E sentiamo del Figlio dell'Uomo.

Nel vangelo di Marco, Gesù parla di un escatologico Figlio dell'Uomo come se fosse una persona diversa.
Dal momento che la chiesa successiva affermò dogmaticamente l'equazione Gesù = Figlio dell'Uomo, allora ne consegue che Marco, seminando il dubbio sulla verità di quell'equazione, era l'indipendente testimone di un ricordo autentico risalente al Gesù storico.

Come titola Carrier la natura dell'argomento
Gesù non sapeva che era lui il Figlio dell'Uomo?
Ma in secunda facie, Richard Carrier ricorda un'altra possibile opzione, che si impone subito nella memoria per la sua elevatissima plausibilità.
Ma Marco soltanto usa il concetto di un Figlio dell'Uomo misteriosamente non identificato, un modo per esprimersi che corrisponde al tema narrativo di Marco di un ''segreto messianico''. Di qui è proprio altrettanto probabile (se non di più) che Marco ha Gesù che parla del Figlio dell'Uomo in arrivo come se stesse parlando di un altro, quando segretamente egli stava parlando di sé stesso.
Anche se Paolo non accenna a nessun Figlio dell'Uomo, tuttavia dice chiaramente che Gesù e il Signore che arriverà alla fine del tempo è uno e lo stesso.
Ora, invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza. È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi. Però, quando dice che ogni cosa è stata sottoposta, è chiaro che si deve eccettuare Colui che gli ha sottomesso ogni cosa. E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch’egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.
(1 Corinzi 15:20-28)

Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, che viviamo e che saremo ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro nelle nubi, per andare incontro al Signore in alto, e così per sempre saremo con il Signore.
(1 Tessalonicesi 4:16-17)
Non è credibile che Marco la pensi altrimenti, nemmeno che dica altrimenti. E in realtà chiaramente Marco intese le due entità essere la stessa cosa.
E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
(Marco 8:31)

Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti.

(Marco 9:9)

Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà».
(Marco 9:31)

«Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, (Marco 10:33)

Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
(Marco 10:45)

Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo, dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!».
(Marco 14:21)

Venne per la terza volta e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Basta! È venuta l’ora: ecco, il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori.
(Marco 14:41)
Di nuovo, se Marco pensava davvero che Gesù non parlava di sé, allora perchè non sembra affatto consapevole dell'imbarazzo? O perchè non alza un dito per cercare di risolvere la confusione derivante da un Figlio dell'Uomo che non è Gesù?

Il criterio di imbarazzo si auto-distrugge, generando più problemi di quanto ne possa risolvere.
Dovremo perciò concludere che Marco sta usando un dispositivo letterario, non sta ricordando le vere parole di Gesù (a meno che Gesù realmente predicò in questo modo di segretezza in terza persona, sebbene perfino allora egli ancora starebbe parlando di se stesso).
Carrier è consapevole che i maggiori sostenitori dell'idea di un Figlio dell'Uomo in origine distinto da Gesù sono i sostenitori dell'ipotesi Q. Anche se non nomina esplicitamente la fonte Q, in poche, concise parole liquida il (falso) problema nei seguenti termini:
Naturalmente, è anche possibile che Marco non percepì nessuna contraddizione nell'usare come fonte del Figlio dell'Uomo una che non proveniva neppure da Gesù (ma derivava invece da qualche altro profeta cristiano o perfino pre-cristiano) e poi attribuendola a Gesù, ma ciò ancora implicherebbe che egli non percepiva nessun imbarazzo del risultato, e in ogni caso i detti allora non sarebbero storici.

Quindi, se Gesù veramente parlò di un Figlio dell'Uomo che non era lui, Marco o i cristiani prima di lui avrebbero molto più probabilmente soppresso o alterato le sue parole, invece di riportarle fedelmente, perchè imbarazzanti.
Se le parole di Gesù invece non erano per Marco imbarazzanti, allora sarebbe leggermente più probabile che quelle parole si trovano ora perchè inventate da Marco per impiegare un dispositivo letterario, a lui ben noto, piuttosto che risalire al Gesù storico.
Insomma, o il riferirsi al Figlio dell'Uomo in terza persona è un altro, mero corollario del solito Segreto Messianico in Marco, oppure non è storico. Punto. Stop. Fine della ''questione''.