sabato 29 novembre 2025

Gerard Bolland: IL VANGELO — Un ‘rinnovato’ tentativo di indicare l’origine del cristianesimo 3:15

 (segue da qui)


La “gnosi”, ossia la (vera) conoscenza, fu in origine trasmessa solo a pochi (1 Corinzi 2:6, Enoc 3:2. 1; Clemente, Strom. 1:12); ma anche nel Vangelo, così come ancora oggi ci è pervenuto, essa è mantenuta nascosta dietro un velo (cfr. Ebrei 10:20). (Matteo 13:11.13.16.34; Marco 4:34; 7:17; 9:28.33; 10:10). E ciò che la moltitudine ode della nuova dottrina non sono che parabole, le sole cose da cui essa, a modo suo, può trarre qualche profitto (Marco 4:33). “Considerate infatti la vostra vocazione, fratelli”, si legge, “che non molti tra voi sono sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili; ma Dio ha scelto le cose stolte del mondo per confondere le sapienti, e Dio ha scelto le cose deboli del mondo per confondere le forti, e le cose ignobili del mondo e le disprezzate, quelle che non sono...” (1 Corinzi 1:26-28). “Non solo filosofi o letterati”, riconosce Giustino Martire (Apologia 2:10), “sono giunti alla fede, ma anche artigiani e persone completamente prive d’istruzione”. E il Pastore di Erma dichiara: Coloro che non hanno mai indagato la verità, né si sono posti domande sulla divinità, ma hanno soltanto creduto, ... non comprendono le parabole della divinità” (Precetti 10:4). “Cercate e troverete”, suona la voce evangelica di Matteo 7:7, come esclama l’autore di Romani 7:14: “Sappiamo che la legge è spirituale”. Già il cantore del tempio d’Israele aveva proclamato: “Una cosa ha detto Dio, due ne ho udite!” (Salmi 62:12). “Togli il velo dai miei occhi, perché io contempli le meraviglie della tua legge!” (Salmi 119:18). “Gli stessi profeti”, afferma Origene (Comm. in Io. 2:6), “ci insegnano che il racconto nudo e semplice dei fatti, e la parola e la lettera della legge, non contengono il suo intero pensiero, né procurano la piena conoscenza della verità” “La vera e piena comprensione (anche) delle cose avvenute a Gesù non si può ricavare dalle parole dei resoconti storici semplicemente presi alla lettera, poiché in ciascun caso vi è sempre una qualche verità simboleggiata e indicata per coloro che leggono la Scrittura con una certa attenzione” (ibid. 2:69).

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