lunedì 24 novembre 2025

Gerard Bolland: IL VANGELO — Un ‘rinnovato’ tentativo di indicare l’origine del cristianesimo 3:10

 (segue da qui)


Così la croce è il segno “misterico” alessandrino della vita “chrestiana” a venire, alla quale la morte della naturalità porta la vita dello spirito. Quando il crestianesimo, che oltrepassa ogni giustizia, giunge al grado della dedizione assoluta in carne e ossa, quando il chrestos Gesù consegna lo spirito sul legno della croce, allora egli diventa lo Spirito, il buono, il vero e puro, ossia lo Spirito santo, nel quale il Figlio si mostra uno con il Padre e tutti i veri Chrestiani o idealisti trovano la loro comunione. Il Giosuè evangelico non è immediatamente e fin dall’inizio ciò che deve rivelarsi indirettamente, ma è un “Chrestos” unificante, riconciliatore e mediatore, una rivelazione personale della mitezza e della bontà paterna-divina, che come “Cristo” si offre in sacrificio in funzione di sommo sacerdote, per divenire nella morte un Christos glorificato o regale (Luca 24:26; Atti 2:36). Solo attraverso la sua morte il giudaismo viene elevato alla sua verità, ma in quella verità al tempo stesso superato; il vero spirito, che parla a partire dal Mosaismo, è uno spirito che supera il Mosaismo, e così il Giosuè morente è per i giudei in terra giudaica innanzitutto una delusione (Luca 24:21), proprio perché in lui il giudaismo deve morire, per poterlo elevare a qualcosa di più alto e più ampio: nello Spirito. “Essi crederanno” — dice il primo Giosuè a Mosè morente — che il santo spirito, che era degno del Signore, multiforme e inafferrabile, il signore della parola, il fedele in tutto, il profeta divino per tutto il mondo, l'eterno perfetto Maestro non sia più in mezzo a loro (Ass. di Mosè 11:16). E del Giosuè innalzato al rango di Cristo la Gnosi dice ai credenti in 1 Corinzi 15:14: “Se egli non è risorto, vana è allora la nostra predicazione e vana la vostra fede”. Ma “degli uomini straordinari” — aveva scritto Tucidide (2:43) — “tutta la terra è la tomba”. E ancora, nella sua ultima ora, il primo Giosuè dice a Mosè: “Tutti i mortali hanno, in proporzione alla loro grandezza, sepolture sulla terra; ma la tua tomba si estende dall’oriente all’occidente e dal sud fino ai confini del nord: tutto il mondo è la tua tomba (Ass. di Mosè 11:8). Del Giosuè che, come si racconta, fu crocifisso e sepolto, dice uno spirito celeste alle donne in Matteo 28:6: “Egli non è qui, perché è risorto!” E secondo Giustino, Isaia aveva scritto della sua resurrezione: “La sua tomba è stata tolta di mezzo” (Dialogo, 97). “Erit sepulcrum eius gloriósum” [=“Il suo sepolcro sarà glorioso”] recita la Vulgata in Isaia 11:10. [1] Ma Clemente Alessandrino (Stromata 6:15) racconta che “Gesù” vide come Mosè veniva assunto in cielo con gli angeli, mentre il suo corpo nello stesso tempo attendeva ancora la sepoltura sul monte; che “Gesù” (l’eletto) e Caleb (“il cane”) videro ciò, l’uno in modo più elevato e l’altro in modo più materiale; e aggiunge l’osservazione che da ciò possiamo imparare che la Gnosi non è cosa di tutti, e che solo alcuni si attengono al senso spirituale, mentre altri badano soltanto alla lettera. Così anche l’alessandrino Origene dice: “Infine, in una scrittura che, sebbene non compaia nell’elenco canonico, raffigura simbolicamente questo mistero, si narra che furono visti due Mosè: uno nello spirito e un altro nel corpo” (Hom. in Luc. 11:22). È ancora puro alessandrinismo quando “Pietro” a Roma insegna Cristo come “messo a morte nella carne, ma vivificato nello spirito”; e la nube che, secondo Atti 1:9, tolse agli occhi dei discepoli colui che ascendeva al cielo, sarà verosimilmente la stessa nube di cui parla Giuseppe Flavio nelle Antichità Giudaiche (4:8,48).

NOTE

[1] Il catechismo mechelse (4:1, 5): “Le Bibbie eretiche sono anch’esse sacra scrittura? Assolutamente no, perché sono falsificate in molti punti”. Il Concilio di Trento (sess. IV): “La editio Vulgata… sia tenuta per autentica”. Io: si veda lì, per esempio, Genesi 3:15; 50:19; 2 Re 1:26 (cf. 1 Re 17:42; 18:3–4; 20:30); 2 Cronache 23:11; Giobbe 19:25; Qoèlet 3:11; Proverbi 30:19; Sapienza 1:14; Isaia 11:10; 16:1; Lamentazioni 4:20; Osea 3:2; Giobbe 4:6; Nahum 3:8; Tobia 6:17; Luca 16:21; 1 Corinzi 15:5; 1 Giovanni 5:7; Apocalisse 5:12.

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