(segue da qui)
Filone.
Lo scrittore o gli scrittori delle principali Epistole tradiscono familiarità con Filone, anche se il rapporto non è affatto una relazione di dipendenza passiva. [1] Filone fu un uomo di età avanzata nell'anno 40. Le date non escludono quindi familiarità del Paolo storico con i suoi scritti, ma la rendono molto improbabile. Il fabbricante di tende di Tarso, che aveva appena ricevuto quella che ritenne una nuova rivelazione e si era dedicato con zelo a diffonderla nel mondo, difficilmente avrebbe trovato il tempo di consultare le opere recenti del filosofo ebreo di Alessandria. E se supponiamo che prima che divenisse cristiano — cioè prima del 36 — avesse avuto il tempo di studiare quelle opere così profondamente da riprodurre in seguito involontariamente i loro modi di pensare e di esprimersi, la difficoltà è solo accresciuta. Assumendo, d'altro canto, che gli scritti paolini siano di data posteriore, non c'è alcuna difficoltà. Le opere di Filone hanno avuto tempo di circolare e le loro idee di diventare diffuse, e quindi possono aver influenzato “Paolo”, siccome è ammesso da molti che esse influenzarono gli autori dell'Epistola gli Ebrei e del quarto Vangelo. L'influenza fu esercitata, in realtà, non su uomini di attività pratica missionaria vicini al tempo di Filone, ma su pensatori religiosi tra le nascenti comunità cristiane verso la fine del primo o l'inizio del secondo secolo.
NOTE
[1] Questo punto, è notato, è stato sottolineato da Carl Siegfried e da Bruno Bauer, ai quali Steck (Der Galaterbrief, pag. 235-248) riconosce il suo debito. In Paulus, parte III. (Conclusione), Van Manen è in grado di aggiungere H. Vollmer (Die Alttestamentlichen Citate bet Paulus, 1895, pag. 84-98), il quale, pur accettando la genuinità delle Epistole principali come fuor di dubbio, trova ragioni ancora più forti dei suoi predecessori per pensare che esse mostrino conoscenza di Filone.
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