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§ 115) Origini del calendario e delle feste. — Fin da epoca lontanissima, l'uomo aveva compreso che, aumentando sempre di più la famiglia umana, non sarebbero bastati i prodotti spontanei del suolo a nutrirla tutta, e che pertanto occorreva provocare artificialmente l'aumento dei prodotti stessi. Con l'osservazione lunga e reiterata, egli aveva sperimentato che una pianta, giunta a maturità, lascia cadere disseccati i propri frutti, i quali a loro volta, sprigionando i semi o trasformandosi in semi, servono a far fecondare nuovamente la terra, riproducendo, in un nuovo ciclo stagionale, la pianta stessa. In conseguenza di ciò, l'uomo imparò a poco a poco a raccogliere esso i semi maturi, ed a trasportarli in altre contrade, dove maggiormente aveva bisogno di quel prodotto. Riuscì così ad avere dovunque, ed in abbondanza, i prodotti che gli abbisognavano. In questo modo ebbe inizio lo stadio dell'agricoltura, dopo gli stadi della caccia e della pastorizia.
Quando l'uomo cominciò a farsi agricoltore, era naturale che, osservando lo sviluppo del seme, da lui sparso nel terreno, constatasse che elemento indispensabile al suo germogliare e crescere era il calore solare. Ciò stante, non poteva l'uomo non intraprendere uno studio delle varie fasi del Sole, per regolare, in base a quelle, le diverse fasi della propria attività agricola. Da ciò sorgeva, in alcuni spiriti precursori, la prima idea di un calendario, che ricordasse le epoche più opportune alle varie operazioni agricole.
Studiandosi le varie fasi del corso solare, si era constatato che l'astro maggiore terminava il suo ciclo col solstizio d'inverno. Esso però rinasceva subito dopo, e riprendeva la propria vitalità, prima lentamente, indi con più forza, fino a risorgere sfolgorante coll'equinozio di primavera, ed a procedere ardente col solstizio d'estate. Indi ricominciava a decadere coll'equinozio d'autunno, e alfine moriva di nuovo col solstizio d'inverno.
Appunto in base a queste constatazioni fu operata una prima divisione del tempo. Ed in base alle prime esperienze agricole, fu compilato il primo calendario, che fu esclusivamente agricolo. [1]
Più tardi, aumentando le esigenze spirituali dell'uomo coll'aumentare del suo benessere fisico, egli volle intercalare delle date festive nel suo calendario, e scelse alcuni giorni da dedicare esclusivamente al riposo. E poiché l'Ente più benefico per lui era il Sole, al cui calore sapeva di dovere la propria vitalità e tutte le sue soddisfazioni, a lui volle l'uomo dedicare le sue festività maggiori. E come dedicò al Sole la giornata del riposo settimanale, chiamandola «dies solis», così stabilì, in corrispondenza colle maggiori ricorrenze solari, le sue festività più grandi, celebrandone specialmente la nascita dopo il solstizio d'inverno, e la resurrezione dopo l'equinozio di primavera.
NOTE
[1] È noto che nel calendario romano più antico erano indicate, in corrispondenza dei giorni, le operazioni agricole più importanti da espletare.
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