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§ 68) La fondazione della Chiesa di Roma. — Malgrado tutto, è opinione comune che la prima comunità cristiana di Roma sia stata fondata proprio da Simon Pietro. In proposito Mons. Lucca [1] così scrive (citiamo Mons. Lucca, insegnante in una Università teologica, come potremmo citare qualunque altro scrittore ecclesiastico): «Dopo la liberazione dalla prigionia, gli Atti accennano di S. Pietro ad un viaggio in altri luoghi, e la tradizione afferma che l'apostolo, circa l'anno 42, sia andato a fondare la chiesa e la sua cattedra a Roma».
Principale autorità, ch'ebbe a causare il sorgere di questa opinione, fu S. Gerolamo, il quale così aveva scritto: «Simon Pietro, nel secondo anno dell'impero di Claudio, venne a Roma, ed ivi per 25 anni tenne cattedra, fino all'ultimo anno di Nerone (Simon Petrus, secundo Claudii imperatoris anno, Romam pergit, ibique XXV annis cathedram tenuit, usque ad ultimum annum Neronis)». Dunque, secondo la tradizione che fa capo a S. Gerolamo, Pietro, liberato dal carcere l'anno 42, sarebbe venuto a Roma, dove per 25 anni avrebbe predicato. [2] Senonché abbiamo già constatato che la data dell'arresto di Giacomo e Simone deve riportarsi all'anno 48 E.V. e non all'anno 42. In conseguenza, anche il viaggio a Roma di Pietro non potrebbe aver avuto luogo che dopo l'anno 48. Stante ciò, se la comunità messianica di Roma dovesse aver avuto a fondatore Pietro, essa non potrebbe risalire che all'anno 48. Ciò posto, è mai possibile che la comunità messianica di Roma non sia stata costituita anteriormente all'anno 48? Chè se dovesse dimostrarsi che la fondazione della Chiesa di Roma risale ad un'epoca anteriore al 48, dovrà dedursi che non a Pietro deve attribuirsi quella fondazione, ma ad altri, e forse ai giudei meno conosciuti tra i seguaci del «Maestro».
In verità, noi siamo in grado, mediante uno studio del documento più antico in materia, di accertare, se non la data precisa di fondazione della Chiesa di Roma, una data anteriore all'anno 48, nella quale quella comunità si trovava non solo fondata, ma già numerosa e fiorente. Si tratta della lettera di Paolo ai Romani.
NOTE
[1] Lucca, Storia della Chiesa, Milano, 1927, p. 32-33.
[2] Eusebii Cronicorum Liber II — Interprete S. Jeronimo.
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