venerdì 11 agosto 2023

Il Sommo Sacerdote Anna

 (segue da qui)

§ 34) Il Sommo Sacerdote Anna. — La conferma di queste circostanze ci viene anzitutto dalla tradizione orale prevalente. Difatti nella tradizione della Chiesa Cattolica — la quale è riflessa principalmente nel quarto Vangelo — il Gran Sacerdote che condannò Gesù è soltanto Anna. La circostanza è tanto pacifica, che nei villaggi calabresi, dove i vecchi riti più si sono conservati, durante la processione del Venerdì Santo — commemorante il Cristo che, portando sulle spalle la pesante Croce, si avvia al Calvario — vengono condotti in processione (e ciò fu constatato fino al 1907) anche i «Simboli» della Passione, tra cui la «sentenza» di condanna, che è un foglio di carta pergamenata, con sopra alcuni segni illeggibili, ed in calce la firma «Anna». Si aggiunga che nei Vangeli si parla bensì di Caifas a proposito del processo a Gesù, ma quegli rimane sempre una figura evanescente. La figura prevalente e preponderante invece del processo contro Gesù è soltanto Anna. [1] Senonché, ove debba ammettersi che fu Anna ad aver condannato «Gesù», poiché in nessun modo può giustificarsi in lui la presidenza del Sinedrio in funzione giudiziaria se non con la carica di Sommo Sacerdote, ne viene che «Gesù» fu condannato e morì mentre era Sommo Sacerdote Anna, e cioè dall'anno 6 all'anno 15 E.V., non già più tardi.

I dotti ecclesiastici vorrebbero giustificare la presidenza del Sinedrio da parte di Anna col fatto che egli era suocero di Caifas, Gran Sacerdote in carica. Ma non è lecito affermare che possa essere esercitata una funzione giudiziaria da persona diversa dal Magistrato in carica, sol perché parente od affine del Magistrato stesso. La funzione giudiziaria è stata sempre e dovunque una funzione personale, e la presidenza del Sinedrio in funzione giudiziaria (Giunta dei Sette) spettava esclusivamente in Giudea al Gran Sacerdote. Difatti anche nel processo contro Stefano (Atti, VII, 1) e nel processo contro Poalo (Atti, XXIV, 1) è sempre il Sommo Sacerdote che presiede il Tribunale Concistoriale.

Ma c'è di più. Dagli Atti (IV, 6) risulta, come meglio sarà illustrato appresso (e su questo passo richiameremo particolarmente l'attenzione del lettore), che Anna era Sommo Sacerdote non soltanto all'epoca in cui fu condannato e morì Gesù, ma era Sommo Sacerdote anche negli anni successivi, precisamente quando furono arrestati per la prima volta i discepoli di Gesù, Simone e Giovanni. Giacché fu ancora Anna a presiedere il Sinedrio in funzione giurisdizionale quando, parecchi anni dopo la morte del Maestro, Simone, detto Pietro, e Giovanni furono arrestati per propaganda messianica (cfr. Atti, IV, 3, 6, 7, 21). Ora, se Anna era ancora il Sommo Sacerdote in carica molti anni dopo la morte del Gesù, quando furono processati Simone e Giovanni (e ripetiamo che Anna pontificò dall'anno 6 all'anno 15 E.V.), si deve dedurre che Gesù non morì sotto Pilato procuratore e sotto Caifas Gran Sacerdote, e cioè nell'anno 30 circa E.V.; ma era morto molti anni prima, sotto Quirino governatore (in greco Cirenio), e sotto Anna Gran Sacerdote (anno 6-7 E.V.).

Da notare adesso che la tradizione evangelica ha ben collegato il governatore Cirenio coi «Fatti del Gesù»; ma invece di collegarlo con le circostanze relative alla morte, per una di quelle «inversioni» comuni a tutte le tradizioni tramandate per lungo tempo oralmente, lo collegò con le circostanze relative alla nascita, come più sopra abbiamo rilevato (§ 24). Ma poiché un collegamento di Cirenio con la nascita del Gesù non è storicamente ammissibile, si deve concludere che tale collegamento va riferito alla morte.

NOTE

[1] «Sotto Anna» Sommo Sacerdote. — Cfr. Giovanni, XVIII, 13, 16. Da notare che l'inciso — che si legge nelle versioni protestanti al versetto 14 circa il rimando di Gesù da Anna a Caifas prima del dibattimento — è un'aggiunta posteriore che non esiste nella versione cattolica. L'invio a Caifas invece, nella versione cattolica, si legge solo al versetto 24: dopo che il giudizio si era già esaurito davanti ad Anna, e la condanna era stata pronunziata.  

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