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§ 39) Episodi caratterizzatori. — Peraltro, lo studioso che proceda ad un ulteriore esame comparato del testo di Giuseppe Flavio coi testi evangelici e col testo di Eusebio, avrà la riprova che proprio durante la Pasqua dell'anno 7 E.V. (760 di Roma) morì il Redentore Cristiano: precisamente durante la Pasqua immediatamente successiva al «censo» di Quirino, che fu anche la prima Pasqua del pontificato di Anna. Infatti la tradizione evangelica registra due episodi caratterizzatori dell'anno nel quale predicò e fu arrestato in Gerusalemme Gesù: l'episodio dei profanatori discacciati dal tempio cioè, e la «questione del censo». Ciò stante, qualora dallo storico giudeo dovesse emergere che proprio durante la Pasqua dell'anno 7 E.V. debbano registrarsi quei due episodi, avremo la riprova che proprio durante la Pasqua dell'anno 7 ebbe luogo la morte del Gesù.
a) La tradizione evangelica afferma che Gesù, venuto a Gerusalemme per il rituale pellegrinaggio durante la festa degli Azzimi (Pasqua), sarebbe entrato subito nel tempio appena aperto, ed avrebbe discacciato dal tempio stesso alcuni mercanti profanatori (Matteo XXI, 12-13). Ora, quest'episodio è stato riportato dallo storico delle «Antichità Giudaiche» proprio alla Pasqua dell'anno 760 di Roma (a. 7 E.V.). Infatti così leggiamo in Giuseppe (Antichità, XVIII, III, 1-2): «Cirenio, compiuto il censo, priva del grado di pontefice Gioazàro, per la sedizione mossa dal popolo contro di lui, e sostituisce in suo luogo Anna, figlio di Set. Frattanto, mentre Coponio, dato compagno a Cirenio, amministrava gli affari di Giudea, interveniva questo accidente. Per la festa degli Azzimi, da noi chiamata Pasqua, costumavano i sacerdoti di aprire a mezzanotte le porte del tempio. Proprio allora, dopo che se ne fece la prima apertura, certi Samaritani, introdottisi furtivamente in Gerusalemme, sparsero per sotto i portici e dentro il tempio ossa umane, e perciò furono discacciati dal tempio: cosa dai sacerdoti non mai più usata, perché da allora in poi custodirono il tempio con più diligenza».
Stante quanto sopra (ed a parte la difformità nei particolari tra la versione riportata da Giuseppe Flavio e la versione riportata dai Vangeli), è lecito argomentare: poiché à riconosciuto dalla tradizione che «Gesù» ebbe a discacciare i profanatori dal tempio appena entrato in Gerusalemme per la festa degli Azzimi; poiché sappiamo da Giuseppe Flavio che soltanto nell'anno 760 (subito dopo eseguito il censo) ebbe luogo l'episodio della profanazione e l'esclusione dal Tempio dei profanatori (poiché posteriormente a quella data non ebbe mai più a verificarsi un simile episodio, come precisa lo storico), deriva che l'episodio dell'espulsione deve farsi risalire all'anno 760 (7 E.V.). Ciò premesso, rileviamo che gli ulteriori episodi evangelici figurano avvenuti tra l'apertura del tempio al crepuscolo del venerdì precedente la settimana pasquale, ed il crepuscolo del 14 Nissàn, dopo di che ebbe luogo l'arresto e la condanna del Gesù. Deve concludersi pertanto che l'arresto e la morte del Gesù seguì solo di qualche giorno l'episodio dei profanatori. Esso quindi deve aver avuto luogo l'anno 7 E.V.: sotto Cirenio governatore cioè, e sotto Anna pontefice.
b) Da Eusebio e da Giuseppe Flavio sappiamo che Cirenio è rimasto celebre in Giudea per la «questione del censo». Senonché proprio del censo si parla nella tradizione evangelica. Riferisce infatti Matteo (XXII, 15-18) che i Farisei, allo scopo di provocare il «Maestro» durante il suo soggiorno in Gerusalemme (subito dopo l'episodio dei profanatori, e subito prima dell'arresto), lo interpellavano sul «Censo»; al che quegli rispondeva: «Perché mi tentate?». Ora, non ci sarebbe motivo di rispondere in questo modo, se non si presumesse che in altra occasione Gesù si sia manifestato contro quel «Censo». Se difatti il Maestro dice «perché mi tentate?», è perché quell'argomento era scottante, e bastava accennarlo per provocare in lui una reazione.
Aggiungiamo che la questione del censo rappresenta uno dei principali episodi, se non il più saliente, nella vita del «Gesù». Non solo in Matteo, ma anche in Marco (XII, 15-17) ed in Luca (XX, 20-26) noi troviamo che Gesù è provocato dai suoi nemici, i quali mirano a fargli manifestare idee contrarie all'autorità romana, tentandolo sulla questione del Censo. V'ha di più: Luca (XXIII, 2) precisa che l'accusa formulata contro il Gesù, durante il suo processo, fu di «sovvertire la nazione, incitandola a non dare il censo a Cesare». Senonché la «questione del censo», così come la possibilità del reato di «sovvertimento della nazione coll'incitarla a non dare il censo», ebbero ad esistere soltanto nell'anno 759-760 di Roma (6-7 E.V.). Ciò emerge dal passo sopra riportato di Giuseppe Flavio, laddove si ricorda che Cirenio, compiuto il censo, nomina pontefice Anna, dopo di che ha inizio la ricorrenza pasquale.
In conseguenza di queste risultanze, Gesù deve avere esercitato la sua predicazione negli anni 759-760, che furono gli anni del censo. Perché, ove si volesse portare la predicazione del Gesù agli anni 783-785 di Roma (30-32 circa E.V.), non troverebbe spiegazione questa parte prevalente della tradizione che riguarda il censo. Giacché come mai poteva parlarsi di censo in un periodo in cui il censo era dimenticato da un pezzo? La questione del censo, dunque, e l'episodio dei profanatori, ci portano inequivocabilmente all'anno del censo ed all'anno della profanazione. Nessun dubbio pertanto può rimanere che Gesù sia morto nella Pasqua dell'anno 7 E.V. (760 di Roma). E poiché la tradizione vuole che a quell'epoca Gesù avesse circa 33 anni, deve dedursi che egli era nato proprio attorno all'anno 28-27 av. E.V., come avevamo giustamente argomentato in base ad Eusebio.
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