mercoledì 15 giugno 2022

LA PRIMA GENERAZIONE CRISTIANAPER LA PREISTORIA PALESTINESE DELLA RELIGIONE DI GESÙ

 (segue da qui)


APPENDICE III

PER LA PREISTORIA PALESTINESE 

DELLA RELIGIONE DI GESÙ

Gli anni aggiungendosi agli anni, ci resta poca speranza di arrivare a mettere a punto gli innumerevoli dati che abbiamo riunito su quella parte del nostro programma e di cui un primo riassunto è stato dato nel 1920 in due conferenze presso l'Aula dell'Università di Ginevra.

Sono divisi in tre serie che corrispondono a tre delle epoche che distingue attualmente l'archeologia palestinese: epoca mesolitica, [1] epoca cananea, epoca israelita, e ci hanno permesso di caratterizzare le tre fasi dell'antica religione di Gesù, di cui si è vista la fin troppo succinta raffigurazione alle pagine 46 e seguenti. E senza dubbio ci sarebbe stato difficile proseguire un lavoro così delicato, se non avessimo trovato questi ultimi tempi nell'erudizione del signor Robert Stahl un supporto che permettevano larghe comunanze di vedute, per quanti disaccordi ci dovessero separare su alcuni punti particolari. 

È evidentemente nella Bibbia che vanno cercate innanzitutto le tracce delle antiche religioni che hanno preceduto la religione di Jahvé in Palestina. Che la cosa sia possibile, i lettori meno al corrente della questione lo comprenderanno facilmente sapendo che il giudaismo ha avuto proprio per principale obiettivo di far rientrare nel contesto dello jahvismo ciò che poteva esserne assimilato e di proscrivere il resto. La maggior parte degli studiosi indipendenti sono oggi d'accordo [2] nel riconoscere nei libri dell'Antico Testamento l'opera di quella doppia politica, la quale opera così come segue:

Le antiche divinità palestinesi sono trasformate dalla Bibbia in personaggi storici, di cui fa dei servi di Jahvé;

I loro santuari in santuari innalzati da loro elevati a Jahvé, o in tombe dove sarebbero stati sepolti, o in monumenti di questa o quella delle loro imprese; a volte, però, i loro nomi o quelli degli animali che sono stati originariamente restano associati puramente e semplicemente a un luogo che ora servono solo a designare;

Le denominazioni claniche derivate dai loro nomi e da quelle degli animali che sono stati originariamente diventano nomi di persone e sono introdotte nelle interminabili genealogie stabilite per la gloria delle grandi famiglie dello stato ebraico.

Tutto ciò costituisce l'assimilazione; quanto alla proscrizione, essa si attua innanzitutto, e questo sarà il nostro numero 4, votando all'abominio i culti che resistono;

Rendendo gli animali che sono stati originariamente gli antichi dèi degli animali impuri, che è proibito mangiare, o caricandoli di una maledizione preliminare;

Alcuni riti e miti che hanno fatto parte dei loro culti sono trasformati in leggende dalla forma storica. 

È sufficiente applicare questi principi al Gesù-Giosué della Bibbia, tenendo conto di ciò che può esistere di riferimenti nei testi assiro-babilonesi e in altri, e dei paralleli nelle religioni conosciute e nell'etnografia;

e di ciò che nel cristianesimo e nelle più antiche eresie concerne il culto del pesce o del serpente,

il principale obiettivo della ricerca essendo di stabilire:

che nel nome che gli è dato di Giosué Ben Nun, la parola Ben esprime un rapporto che corrisponde alla filiazione mistica e non ad una filiazione naturale; 

che, Nun significando Pesce (o Serpente d'acqua) in aramaico (e in babilonese), Gesù Ben Nun non significa Gesù figlio di uno chiamato Pesce, ma «Gesù il Pesce» (o Gesù il Serpente d'acqua);

che le parole Nun (Pesce o Serpente d'acqua), Nahash (Serpente terrestre) e Nashon (derivato dal precedente) designano in numerosi testi il Pesce-Serpente d'acqua che è stato originariamente Gesù e il Serpente terrestre al quale è stato assimilato; 

e che alcuni nomi sono equivalenti di Ieshu.

Quanto al rito di crocifissione, è sufficiente provvisoriamente riportarsi, da una parte, alle osservazioni presentate in Dieu Jésus alle pagine 227-230 e, d'altra parte, alle raffigurazioni della crocifissione di Gesù che i primi Padri della Chiesa hanno rilevato nell'Antico Testamento.

Quanto alla comunione teofagica, le tracce sono meno apparenti, ma l'interdizione alimentare (Levitico 11:10-12) del pesce che è il serpente d'acqua non permette l'esitazione.


La maledizione del serpente. — La maledizione del serpente, nel libro della Genesi 3:14, ci pare particolarmente caratteristica. Il brano è famoso:

Il dio Jahvé disse al serpente... Tu sarai maledetto tra tutti gli animali, tu camminerai sul tuo ventre e tu mangerai polvere.

Tra le battute di Voltaire (prima della maledizione il serpente non strisciava? aveva dunque le gambe?) e le spiegazioni sempre imbarazzanti dei teologi, darei piuttosto ragione a Voltaire. Prima della maledizione, il serpente effettivamente non strisciava; ma questo non perché avesse le gambe, bensì perché nuotava, essendo un serpente d'acqua. La maledizione consiste nel condannare a vivere sulla terra l'animale che fino ad allora viveva nell'acqua. Essa non lo muta; lo esilia. 

Bisogna in effetti rappresentarsi ciò che chiamiamo serpente d'acqua come una sorta di anguilla, come la si trova nel fiume Giordano. Le persone che non hanno il beneficio dell'esperienza distinguono oggi ancora l''anguilla e il serpente solo per il loro habitat; etimologicamente, «anguilla» viene da «anguis», serpente; per lo scrittore jahvista come per la gente semplice, l'anguilla è un serpente che vive nell'acqua. E tale è il senso della condanna: tu abitavi la fonte, d'ora in poi tu abiterai la terra.

Condanna terribile, se si immagina come sia un paese poco o mal irrigato sotto un sole cocente, dove la minima sorgente crea una dimora edenica.

L'animale che si adagiava beatamente nelle acque vive si trascinerà miseramente sulla terra; invece di trovare il suo nutrimento nella fonte ricca di prede succulente, si ciberà ignobilmente di polvere. 

Il Nun sarà un Nahash.

Perché quella maledizione? Perché il Nun è uno degli antichi dèi palestinesi di cui lo jahvismo si sforza di proscrivere il culto. Per sopprimere gli antichi dèi, abbiamo visto che lo jahvismo ha diversi metodi: a volte ne fa dei servi di Jahvé, a volte li anatemizza. Con Ieshu il Nun, fa un doppio colpo: Ieshu diventa il patriarca Giosuè; il Nun è votato alla maledizione; e inoltre, per rendere impossibile la comunione teofagica, lo si decreta animale impuro.

È a buon diritto che i primi Padri della Chiesa riconosceranno nel serpente di bronzo crocifisso la figura del Figlio di Dio, come pure gli eretici Naasseni.

Altrove, il serpente d'acqua sarà diventato un pesce normale. 

NOTE

[1] Si sa che non si sono trovate tracce di neolitismo in Palestina.  

[2] Si veda, ad esempio, l'Israel dello studioso tanto prudente quanto informato che è il signor Adolphe Lods (apparso nel 1933). 

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