(segue da qui)
II. — TESTI MANDEI
Dopo aver dato uno scorcio generale del problema mandeo, pensiamo che i nostri lettori ci saranno grati se metteremo sotto i loro occhi alcuni esempi di testi sacri dei Mandei.
Li abbiamo presi dalle edizioni di LIDZBARSKI del Libro di Giovanni e delle Liturgie mandee. [1] La traduzione francese è realizzata in parallelo sul testo originale mandeo e sulla traduzione tedesca di Lidzbarski.
Vedremo in seguito cosa questi testi possono insegnarci sulle origini cristiane.
Speriamo che il lettore non si lasci scoraggiare dalle difficoltà di certi passi che sono oscuri o che possono sembrarci bizzarri, a noi che siamo così lontani dai loro autori nello spirito, nel tempo e nello spazio. Per apprezzare la vera bellezza di queste pagine e il sentimento di profonda religiosità che le anima, bisogna, con uno sforzo di immaginazione, trasportarsi nell'atmosfera spirituale di questa religione fondamentalmente dualista, con le sue nette opposizioni tra luce e tenebre, tra anima e corpo. Va anche ricordato che la religione mandea era perseguitata e che ha potuto mantenersi solo andando in esilio lontano dal paese delle sue origini, e si comprenderà meglio l'odio implacabile che ha nutrito verso le altre religioni, e in particolare verso l'ebraismo.
I testi sacri dei Mandei sono stati codificati nell'VIII° secolo, quando i Mandei, nella loro lotta contro l'Islam, provarono la necessità di opporre al Corano una raccolta dei loro stessi testi sacri. Tuttavia, molti di quei testi sembrano risalire ad un periodo molto più antico. Abbiamo tentato di dimostrare che alcuni di loro devono essere anteriori alla stesura del Vangelo di Giovanni.
1. MIRIAI
(Libro di Giovanni, 131-143)
È il pezzo più idilliaco dei testi mandei. Miriai personifica la comunità mandea. In termini che non sono sempre molto trasparenti, l'autore racconta come i Mandei hanno rotto con l'ebraismo e hanno trovato rifugio sulle foci dell'Eufrate.
Alcuni passi che abbiamo segnalato con delle note hanno una singolare affinità con il capitolo 12 dell'Apocalisse.
Io sono Miriai, una pianta di vite,
un albero che si trova alla foce dell'Eufrate.
Le foglie dell'albero sono gioielli,
i frutti dell'albero sono perle.
I rami della vite sono splendidi,
i suoi viticci sono luce preziosa.
Il suo profumo si diffonde sotto gli alberi,
si propaga per tutti i mondi.
Gli uccelli dell'aria lo respirano,
uno sciame di uccelli sull'albero si posa.
Uno sciame di uccelli si posa sull'albero
per costruirvi dei nidi.
Intorno a lui svolazzano
prima di posarsi su di lui.
Mangiano le foglie del suo fogliame,
bevono il vino delle sue viscere.
Come gli uccelli erano sulla vite,
venti e tempeste si scatenarono.
Scossero i buoni uccelli,
colpirono l'albero,
disperdendo i tralci di vite
e cacciarono gli uccelli dal loro luogo.
Molti uccelli non volarono,
aggrappandosi con i loro artigli e le loro ali,
mentre passarono venti e tempeste.
Altri non si attaccarono
e fuggirono... [2]
Guai a coloro che non si aggrapparono,
precipitandosi dall'albero per volare via.
Com'è bello, l'albero della Vita!
Come sono belli, gli uccelli posati su di lui!
I venti e le tempeste passarono,
e la calma ritornò sulla terra.
Mentre gli uccelli erano lì, cinguettando,
apprestandosi a fare i loro nidi,
gli uccelli posati sulla vite, —
un'aquila sopraggiunse, volando in cerchio.
Un'aquila bianca sopraggiunse,
guardò e vide gli uccelli.
Volò in cerchio,
si precipitò sulla vite e si posò sull'albero.
Gli uccelli iniziarono una conversazione con lei,
e le dissero:
Per la tua vita, o aquila,
eravamo su questo albero uccelli senza numero,
ma i venti si scatenarono contro di loro,
tempeste furiose colpirono l'albero,
strappando loro le ali.
Parecchi si aggrapparono,
i venti e le tempeste non poterono strapparli via.
Ma molti fuggirono in fretta.
Noi ti diciamo così, o aquila,
noi ti domandiamo a proposito degli uccelli
(perché il tuo occhio è acuto
e tu vedi tutto sulla terra):
Cosa hanno fatto, i venti e le tempeste,
di questi uccelli, nostri fratelli?
Di quali nuove sei portatore ?
Lei rispose loro:
Sarebbe meglio, miei fratelli, non apprendere
cosa è successo di quegli uccelli.
Delle pietre da fionda le hanno cacciate lontano da me,
hanno rotto, lacerato, spezzato loro le ali... [3]
L'avvoltoio e lo sparviero
intorno a loro volavano in cerchio,
strappavano brandelli dalla loro carne,
divorando quelli che erano grassi.
Guai a coloro che caddero nell'acqua... [4]
Beati i piccoli uccelli
che, come voi, si sono aggrappati alla vite,
sono diventati compagni di Miriai,
la vite piantata alla foce dell'Eufrate.
Vedete, assicuratevi, piccoli uccelli,
che io sono venuto verso di voi.
Dai miei fratelli io sono venuto
per essere loro un supporto sulla terra.
Io sono venuto a guarire Miriai,
alle piante buone e care a portare l'acqua,
alle viti piantate alla foce dell'Eufrate.
Io attingo dell'acqua in un secchio bianco,
io la porto sulle mie piante.
Io la porto
e lo tengo sulle braccia di splendore,
braccia che appartengono solo a me.
Io la porto e la tengo,
e io le disseto.
Beato chi ha bevuto la mia acqua!
Egli beve,
trova la guarigione e la durata,
cresce del suo doppio.
Le viti che hanno bevuto l'acqua
hanno dato buoni frutti.
I loro rami si arrampicavano in viticci,
risplendevano.
Le viti che non hanno bevuto acqua
diedero erbe amare e... [5]
Guai a coloro
che nella vita non hanno affatto avanzato!
Guai a coloro
che, tra l'altro, non hanno fatto progressi!
Guai a coloro
che non hanno affatto superato il traguardo!
Hanno odiato il Tesoro di Vita,
Miriai, la speranza cara!
Miei fratelli, tenetevi forte!
Siate compagni di Miriaï!
Mi guarderò intorno nel mondo,
Farò risuonare il richiamo della Vita,
Scuotete, svegliate coloro che dormono.
L'aquila volò dall'albero.
Vola in cerchio e insegna ai suoi amici.
Dice loro:
Ascoltate la mia chiamata, o miei fratelli!
Tenetevi forte, sopportate la persecuzione!
Siate di Miriai i compagni!
Siate i compagni di Miriai!
Guai ai Giudei, persecutori di Miriai!
Guai a Elizar, la grande casa,
il pilastro che porta il tempio!
Guai a Zatan il Pilastro
che ha dato su Miriai una testimonianza menzognera.
Tutti i Giudei si riunirono,
i dottori, i grandi e i piccoli.
Si riunirono, e dissero di Miriai:
Lei ha fuggito i sacerdoti,
Lei ha amato un uomo,
essi si sono presi per la mano.
Per la mano essi si sono presi,
andarono a stabilirsi alla foce dell'Eufrate.
Noi li uccideremo,
e getteremo vergogna su Miriai a Gerusalemme.
Noi erigeremo un palo
per l'uomo che ha corrotto e sedotto Miriai.
Che non vi sia mai più sulla terra un solo giorno
dove lo straniero abbia accesso a Gerusalemme.
Essi aprono le loro piccionaie
e fanno la caccia alle colombe di Gerusalemme.
I Giudei si riunirono e seguirono Miriai.
Andarono e trovarono un assedio
allestito per Miriai alla foce dell'Eufrate. [6]
Una bandiera bianca era spiegata per lei,
un libro era aperto sulle sue ginocchia.
Lei legge nei libri della fede
e mette in moto tutti i mondi.
Tiene in mano il bastone dell'acqua viva,
la cintura è legata intorno ai suoi fianchi.
Miriai prega in umiltà
e predica con una voce meravigliosa.
I pesci del mare si radunarono,
gli uccelli della foce dell'Eufrate.
prestarono orecchio alla voce di Miriai,
e non provarono affatto desiderio di dormire.
Bramarono il profumo che ha davanti a sé,
e si dimenticarono di questo mondo.
I Giudei, vedendo queste cose,
si posero davanti a lei.
Essi ebbero vergogna, fecero a pugni,
si batterono il petto e piansero.
La madre di Miriai parlò,
e le lacrime le scorrevano lungo il seno:
Guardami, Miriai, mia figlia,
le disse,
Guardami, che sono tua madre!
Tu sei mia figlia,
e la figlia di tutti i sacerdoti.
Tuo padre è il grande capo del tempio.
L'hai dimenticato, Miriai,
che la torà [7] era sulle tue ginocchia ?
Tu l'hai aperta, l'hai letta,
Tu sapevi cosa vi era scritto.
Le chiavi delle porte esterne
erano tra le tue mani;
quelle delle porte interne,
tu le hai appese alle catene.
Tutti i sacerdoti e i figli di sacerdoti
stavano venendo a baciarti la mano.
A chi volevi, hai aperto la porta;
quello che non volevi affatto
è dovuto tornare a casa sua.
Mille sono là in piedi,
duemila sono seduti là:
Si sottomettono a te
come uno schiavo eunuco,
la tua parola è ascoltata a Gerusalemme.
Perché hai dimenticato i tuoi fratelli?
e il tuo cuore è diventato estraneo ai sacerdoti?
Vedi,
Le giovani ragazze piangono in Giudea,
le donne e gli uomini a Gerusalemme!
Hanno gettato via il loro amato oro,
e si abbandonano per te ai brividi e al lutto.
Dicono:
Distruggiamo i nostri beni
fino a che Miriai non ritorna!... [8]
Stanno in piedi sui loro tetti
e guardano lontano,
sperando di rivederti a Gerusalemme.
Fanno dei voti per te... [9]
Alzati, mia figlia!
Ritorna alla tua città,
alla città di Gerusalemme!
Vieni, accendi le lampade.
spente dal giorno in cui te ne sei andata.
Rinuncia al desiderio di quest'uomo
che ti ha preso prigioniera!
Quest'uomo che non è della tua città,
Lascialo là, solo in questo mondo.
Che egli non possa dire:
Sono andato e ho tolto Miriai dal suo luogo.
Vieni,
Insegna ai bambini
e che imparino!
Posa la torà sulle tue ginocchia,
Facci sentire la tua voce
come una volta.
..... [10]
Quando Miriai sentì queste cose da sua madre..,
lei ride e gioisce nel suo cuore.
Lei le dice:
«Ah! Se non vi fossero affatto i Giudei,
se non ci fossero affatto sacerdoti infami e vili!
Ah! Se non vi fossero affatto i Giudei,
che si tengono in pieni e si prosternano
davanti ad una volta!
Che essi siano sepolti nelle tenebre!
Lei dice loro:
Via, andate via,
stolti! sporchi di escrementi!
Voi che non siete... [11]
Io non sono una donna andata a prostituirsi,
Che essi siano sepolti nelle tenebre
e non è affatto vero che io ho amato un uomo.
Io non sono uscita affatto per ritornarmene da voi,
a rivedervi, cupola di abominio!
Via, allontanatevi da me,
voi che avete testimoniato contro di me
cose false e menzognere!
Voi che avete testimoniato contro di me
prostituzione e furto.
Voi avete fatto di me un'immagine simile a voi!
Beato sia l'uomo
che mi ha liberato dalle catene...
e proprio qui ho piantato i miei piedi.
Io non mi sono affatto prostituita con lui,
e non ho commesso alcun furto al mondo.
Invece della testimonianza che avete dato contro di me..,
io ho ricevuto preghiera e azioni di grazia.
Mentre i sacerdoti stavano là
a parlare con Miriai alla foce dell'Eufrate,
sopraggiunse un'aquila bianca [12]
le cui ali erano grandi come il mondo.
Diresse il suo volo sui Giudei
Si precipitò su di loro sbattendo le ali,
li legò e li immerse nel fondo dell'acqua,
più basso dei fanghi puzzolenti.
Li immerse più in basso dell'acqua ardente...
che è nell'acqua torbida;
affondò i loro vascelli sul fondo dell'acqua ardente.
Distrusse il tempio
e diede fuoco a Gerusalemme.
Li fece cadere
e fece morire i discepoli a Gerusalemme.
Discese da lei,
abbassò davanti a lei le sue ali,
si sedette accanto a lei,
le parlò e le fece dei discorsi,
e si comunicarono la Sapienza prediletta.
L'abbracciò con forza,
la stese e la mise sul trono. [13]
Le dice:
Miriai, guardami con bontà,
davanti alla Vita pensa a me!
Io sono il tuo buon apostolo,
l'uomo che ascolta la tua parola.
Io ti prego in nome dell'augusta Sapienza,
della Sapienza che hanno scelto i Giordani!
Lei gli dice:
O divinità piena di bontà
divinità che ha inviato la Vita!
Il tuo splendore e la tua luce si sono levati su di noi,
la tua gloria è messa alla prova nella Città di Luce!
Chiunque ascolta la tua voce
sarà ricevuto nella città dei puri.
Sarà ricevuto nel tesoro di Vita
e i tuoi raggi si leveranno doppiamente su di lui.
Chiunque non ascolta affatto la tua voce
sarà privato della veglia e del sonno.
Che sia contato tra i Giudei, gli schiavi,
e tra i sacerdoti, figli della serva.
Noi, io e te, prenderemo la nostra ascesa,
per salire in trionfo alla Città di Luce!
Lodata sia la Vita,
e la Vita è vittoriosa.
2. LA PREGHIERA SACERDOTALE DELL'UOMO-DIO
(Libro di Giovanni, 264-268)
Abbiamo voluto presentare ai nostri lettori questo testo di cui abbiamo già sottolineato nella nostra Introduzione il parallelismo impressionante con la preghiera sacerdotale di Gesù (Giovanni 17).
Si evidenzierà egualmente il ruolo dello Spirito Santo che «ha riversato l'impurità» sui discepoli dell'Uomo-Dio.
Nel nome della Grande Vita:
Che sia magnificata la Luce sublime !
L'Uomo-Dio parlò,
glorificando Colui che l'aveva generato.
Egli dice:
Che io soffra nei miei discepoli...
che sono gettati nelle tenebre!
Che io soffra nei figli dei miei discepoli
che sono gettati nella grande impurità!
Che io soffra nei figli dei miei discepoli
su cui lo Spirito ha riversato l'impurità
e che ha gettato a terra!
L'Uomo-Dio parlò,
rivolgendosi al suo Padre il Vivente:
Se tale è la tua volontà,
O mio Padre il Vivente,
che la misura dei miei discepoli sia piena,
e che allora i miei discepoli salgano alla Città di Luce. [14]
Ma suo Padre il Vivente rispose
e disse all'Uomo-Dio:
Come farebbero i discepoli ad arrivare lassù,
quando noi desideriamo
Che la Cana [15] delle anime sia abbondante?
L'Uomo-Dio espose
e disse a suo Padre il Vivente:
Quanto sarebbe abbondante la Cana delle anime,
quando loro sono gettati nella tribolazione?
Che io soffra nei discepoli dei miei discepoli,
perseguitati per Jawar!
Che io soffra nei discepoli dei miei discepoli,
massacrati per la Vita!
Che io soffra nei discepoli dei miei discepoli,
perseguitati per la Via!
L'Uomo-Dio espose
e disse a suo Padre il Vivente:
Se tale è la tua volontà,
O mio Padre il Vivente,
noi vogliamo,
se la misura della casa è piena,
se piena è la misura della casa,
porre fine alla casa decrepita.
Suo Padre il Vivente
rispose all'Uomo-Dio:
Come porremo fine alla casa decrepita...
quando non è ancora piena
la misura della casa.
La misura della casa
non è ancora piena.
Come farebbero i discepoli
ad arrivare lassù,
L'Uomo-Dio rispose allora
e disse a suo Padre il Vivente:
Come farebbero i discepoli e i Mandei
ad ascendere alla Luce,
coloro che mangiano il cibo
delle dodici religioni,
e bevono del loro calice?
Loro su cui lo Spirito ha gettato l'immensa impurità:
lussuria, depravazione e fornicazione,
tale che nessuno di loro
possa ascendere alla Luce.
Il Grande Vivente rispose allora
e disse all'Uomo-Dio:
Calmati, calmati, Uomo-Dio,
che la calma degli uomini buoni
Entri in te!
Il loro nome viene dalla Casa di Vita,
Ecco perché non sarà eliminato.
L'Uomo-Dio rispose
e disse a suo Padre il Vivente:
Se tale è la tua volontà,
O mio Padre il Vivente,
noi annienteremo la terra,
perché tutta la Cana delle anime
non cada nell'Abisso di Ur.
Ma il Grande Vivente rispose
e disse all'Uomo-Dio:
Calmati, calmati, Uomo-Dio,
che la calma degli uomini buoni
entri in te!
Noi prendiamo parte alle grandi tribolazioni.
Noi abbiamo dei Nazorei e dei Mandei
che sono caduti prigionieri dello Spirito.
Prigionieri dello Spirito sono caduti,
Ur, il Signore delle tenebre, li divora.
Ma perché hanno fatto preghiere e azioni di grazia
....................... [16]
il loro nome non sarà eliminato dalla casa di Vita.
Perché sono discesi al Giordano,
perché hanno ricevuto il battesimo e preso il segno di Vita,
Loro non saranno mai dannati.
Perché hanno fatto le preghiere della notte,
loro troveranno un posto
presso loro Padre il Vivente.
Grazie alle elemosine che hanno fatto,
e alla dottrina che hanno appreso,
saliranno a vedere la purezza dell'etere.
La persecuzione della casa
passerà accanto a loro,
la dimenticheranno,
e sarà dato loro parola ed esaudimento
nella Città di Luce.
3. LA PRESA DI GERUSALEMME
(Libro di Giovanni, 273-277)
Questo testo si raccomanda alla nostra attenzione per un passo che ha nel Nuovo Testamento diversi paralleli:
«Io devasto e io ricostruisco,
Io demolisco e io edifico di nuovo il mio tempio».
Ho creduto di dover tradurre hikloh con «tempio», nonostante l'opinione contraria di Lidzbarski, che traduce «palazzo». La corrispondente parola ebraica hékal può significare entrambi. Lidzbaski obietta che, se si traduce «tempio», il possessivo «mio» causa difficoltà. Questa è anche la mia opinione. Ma è proprio certo che questo «mio» sia autentico?
Il primo parallelo è Atti 6:14: «Gesù, quel Nazareno, distruggerà questo luogo», parole che dei «falsi» testimoni attribuiscono a Stefano e che lo fanno condannare a morte. Ma nel suo stesso discorso, Stefano indica il tabernacolo del deserto come un santuario «fatto da mani d'uomo», termine tecnico che significa «idolatra». Agli occhi di Stefano, il Tempio di Gerusalemme, che perpetua il culto del tabernacolo, è quindi a sua volta un santuario idolatra; erigerlo era, secondo Stefano, un atto contrario allo Spirito, blasfemo nei confronti della maestà di Dio.
La frase attribuita a Stefano era quindi perfettamente conforme alla sua dottrina, e la qualifica di «falsi» che il nostro testo rivolge ai testimoni sembra tendenziosa.
In Giovanni 2:19, Gesù dice: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Il testo aggiunge: «Ma egli parlava del tempio del suo corpo». Commento sospetto.
Nel Vangelo di Marco, vediamo nel processo a Gesù riapparire i falsi testimoni del processo di Stefano. Dico «riapparire» perché seguo l'ordine cronologico dei testi, non la successione fittizia degli eventi, e il documento su Stefano è certamente anteriore ai Vangeli. Questa volta i falsi testimoni depongono contro Gesù: «Noi lo abbiamo udito mentre diceva: Io distruggerò questo tempio fatto da mani d'uomo e in tre giorni ne edificherò un altro non fatto da mani d'uomo».
Di nuovo, i testimoni non sembrano così falsi come il testo vorrebbe farci credere, poiché abbiamo appena ricordato che, secondo il Vangelo di Giovanni, Gesù avrebbe effettivamente detto qualcosa di molto simile.
Nel Vangelo di Marco stesso si trova solamente, nel testo tradizionale, questa frase di Gesù sul Tempio (13:2): «Non rimarrà qui pietra su pietra, che non sia distrutta», ma il manoscritto latino k che è forse più vicino all'originale rispetto al testo greco, [17] aggiunge: «E dopo tre giorni un altro sarà elevato, che non è fatto da mani d'uomo».
Nel Vangelo di Marco, Gesù è quindi condannato per una frase che non ha pronunciato secondo il testo tradizionale, ma che ha effettivamente pronunciato secondo il testo del manoscritto k.
Si constata un fatto simile nel Vangelo di Luca. Nell'edizione marcionita, Gesù è condannato per aver detto che avrebbe abolito la Legge, frase che, sempre secondo il testo marcionita, ha effettivamente pronunciato. Il testo cattolico sopprime sia la frase di Gesù che il richiamo di quella frase nel corso del suo processo.
Nel nostro testo mandeo, il passo sulla distruzione e la ricostruzione del Tempio precede una profezia sulla presa di Gerusalemme. Nel testo k del Vangelo di Marco, il passo parallelo viene egualmente a collocarsi prima della profezia sulla presa di Gerusalemme del capitolo 13.
Nel nome della Grande Vita:
Che sia magnificata la Luce sublime !
Io [18] vengo su sandali tempestati di gioielli,
le mie mani sono adornate
di preziosi scelti e di perle.
Alla mia sinistra mi è stata data una spada...
e una grande ascia
che davanti a me taglia le catene.
Io devasto e io ricostruisco,
Io demolisco e io edifico di nuovo il mio tempio
Gli affreschi dipinti sulle pareti,
Li ho sempre eliminati da destra a sinistra.
Il mio capo è cinto di corone.
Io attraversai generazioni e mondi,
generazioni e mondi, io attraversai.
Infine io pervenni alle porte di Gerusalemme.
Io eressi il mio trono, e mi ci insediai,
e parlai nei misteri della mia Sapienza.
Così che a Gerusalemme,
le cui porte erano chiuse
e spinte le sbarre e le serrature,
alla mia voce e per la mia proclamazione
si aprirono le sue porte chiuse,
si rimossero sbarre e serrature.
Gerusalemme brillò del mio splendore,
tutte le mie essenze diffusero il loro profumo.
Quella dall'odore terribile
ispirò il profumo delle mie essenze.
Ai ciechi io ho aperto gli occhi,
i lebbrosi, io li guarisco.
Ai sordi e ai muti,
nelle loro bocche io ristabilii la parola,
gli storpi e i paralitici,
io li feci camminare sui loro piedi.
Cristo sollevò gli occhi,
Il suo sguardo si fa cupo,
cambia colore,
muove la sua lingua e mi parla in tutti i toni.
Egli dice:
Chi sei tu della Prima Vita
perché si sia cinto di corone il tuo capo ?
Tu attraversi generazioni e mondi,
generazioni e mondi, tu li attraversi.
Infine giungi alle porte di Gerusalemme.
Tu erigi il tuo trono, tu vi sei assiso,
e parli nei misteri della Sapienza.
Così che a Gerusalemme,
le cui porte erano chiuse
e spinte le sbarre e le serrature,
alla tua voce e per la tua proclamazione
si aprirono le sue porte chiuse,
si rimossero sbarre e serrature.
Gerusalemme brillò del tuo splendore,
tutte le tue essenze diffondono il loro profumo.
Ai ciechi tu apri gli occhi,
i lebbrosi, tu li guarisci,
Ai ciechi e ai muti,
nella loro bocca tu ristabilisci la parola,
gli storpi e i paralitici,
tu li fai camminare sui loro piedi.
Cristo sollevò gli occhi,
mi vede e cambia aspetto;
mi pone domande che fanno muovere la sua lingua...
e mi parla in tutti i toni.
Dice:
Chi sei tu della Prima Vita
e questi uomini molto saggi?
Mostrami i tuoi miracoli a Gerusalemme! —
— Io calpestai la terra
tanto da farla tremare,
i cieli... [19] furono scossi.
Io scrissi una lettera all'Acqua Vivente;
lei non ha disprezzato affatto la mia lettera.
Io metto il mio segno alla fiamma;
la fiamma non mi ha offeso affatto,
io, l'Uomo-Dio.
Cristo sollevò gli occhi, mi scorse,
e il suo sguardo si fa cupo.
Cambia aspetto,
mi pone domande che fanno muovere la sua lingua...
e mi parla in tutti i toni.
Egli dice:
Se tu vieni dalla Prima Luce...,
porta la Lettera della Sapienza
e fanne la lettura.
— Io leggo l'inizio della lettera.
Io leggo di Adamo ed Eva, sua moglie...
capo di tutta la generazione;
io leggo di Set, figlio di Adamo,
La pianta più meravigliosa che hanno piantato
nelle generazioni e nei mondi.
Io leggo di Ram e di Rud,
del mondo sterminato con la spada e la pestilenza;
io leggo di Shurbaï e di Sharhabel,
del mondo sterminato con il fuoco e l'incendio;
io leggo di Sem, figlio di Noè,
del mondo sterminato dalle acque
Chiunque mi ascolti,
io, l'Uomo-Dio,
e chiunque sia credente,
un luogo gli è preparato nella Città di Luce.
Chiunque non mi ascolta,
io, l'Uomo-Dio,
il suo luogo è lontano dalla Città di Luce,
il suo nome è cancellato dal mio ruolo,
il suo corpo è oscuro e non brilla affatto.
La Vita è glorificata e vittoriosa,
vittorioso Colui che è venuto qui.
4. LITANIA AL CAPEZZALE DI UN MORIBONDO
(Qolasta [20] 68 s.)
Questo brano ci è sembrato degno di figurare tra questi pochi testi mandei per gli accenti ammirevoli che presta al fedele stanco della vita, e felici all'idea che la sua anima lascerà finalmente il mondo materiale per ascendere alla Città di Luce. Il passo dove l'anima nella sua ascesa si volge verso il suo corpo abbandonato e rabbrividisce di disgusto per il suo aspetto, e dove ricopre coi suoi insulti il creatore dei corpi, è un canto di trionfo che può ricordare quello di Paolo (1 Corinzi 15:55):
La morte è stata ingoiata per la vittoria.
Dov'è, o morte, la tua vittoria?
Dov'è, o morte, il tuo pungiglione?
Tra il Mistero e lo Splendore,
tra la Luce e le Divinità,
Tra il Mistero e lo Splendore
si ergono per mettere in discussione l'anima.
Dicci, dicci, o anima:
chi ti ha formato?
Chi ti ha plasmato, ti ha formato?
Chi è l'Uomo tuo creatore?
L'anima rispose e disse,
l'anima modellata, alla perfezione modellata,
Lei rispose e disse
a colui che l'interrogava,
lei gli disse:
Padre, qualcuno mi ha plasmato, qualcuno mi ha formato,
qualcuno è stato l'Uomo mio creatore.
Qualcuno tra i Figli della Salvezza
nella sua bontà prese una parte.
Mi avvolse in un involucro di Splendore,
mi prese e mi consegnò ad Adamo.
Adamo, nella sua semplicità
ebbe vergogna, l'ignorante! Ebbe vergogna, lo sciocco!
Adamo, nella sua semplicità
mi prese e in un corpo di materia mi mise.
Mi prese e mi mise in un corpo di materia,
di assenzio, di pìcride e di... [21]
Ecco dunque l'anima che custodisce
l'ospizio del corpo a lei affidato.
Ecco dunque che lei lo custodisce
finché si completano la sua misura e il suo numero.
Quando furono completati la sua misura e il suo numero,
Ecco da lei il Liberatore e la liberò.
colui che... [22] la condusse.
Colui che aveva liberato l'anima la precedeva,
Chiunque l'aveva legata la seguiva.
L'anima corse ad unirsi al Liberatore;
colui che l'aveva legata corse, ma non l'ha raggiunse mai.
L'anima e il Liberatore
andranno alla Città di Vita,
La Città il cui sole non tramonta mai...
né ne diventano oscure le lampade di luce.
È in questo luogo
che sono chiamate e nominate le anime,
Le anime convocate da questa messa
e segnato con questo segno.
Esse vedranno la grande Città di Luce
e contempleranno la splendida dimora.
Lodata sia la Vita.
Riposo e salvezza, che regnino,
sul sentiero che Adamo ha appena tracciato.
Riposo e salvezza, che regnino
sul sentiero dove l'anima cammina.
L'anima ha spezzato la sua catena
ha rotto i suoi lacci.
Ha deposto le vesti del suo corpo,
Essa si voltò, lo vide e tremò.
Con una terribile maledizione, maledisse
l'Uomo che l'aveva rivestita del corpo.
Risvegliò il creatore dei corpi,
lo fece levare dal luogo dove era sdraiato.
Gli disse:
Alzati e vedi, o creatore dei corpi,
tu, le cui mani vuote si riempirono d'acqua. [23]
È la voce del creatore dei corpi
che piange e urla su sé stesso.
Disse: Guai a me!
poiché le mie mani vuote si riempirono d'acqua!
Le dice:
Va' in pace, figlia della gloria,
che nella dimora dei malvagi eri definita serva.
Va' in pace, perla pura,
che fosti attinta dal Tesoro di Vita.
Va' in pace, tu che diffondi un profumo soave,
che presti il tuo profumo a questo corpo fetido.
Va' in pace, tu che diffondi la luce,
che illumini la casa delle tenebre.
Va' in pace, eletta, pura
senza peccato, senza macchia.
L'anima vola via, viaggia,
infine perviene alla Casa di Vita.
Quando venne alla Casa di Vita,
le Divinità si recarono ad incontrarla.
Le dissero:
Tieni, rivestiti del tuo abito di splendore,
cingiti la tua brillante corona.
Sali, dimora nelle tende,
nella Città dove risiedono le Divinità.
La Vita è glorificata e vittoriosa,
Vittoriosa è la Scienza della Salvezza,
Vittoriosi coloro che amano il suo nome.
Lodata sia la Vita!
5. LITURGIA BATTESIMALE
(Qolasta 30)
È da questa liturgia battesimale che il filologo tedesco R. Reitzenstein ha tratto il suo libro sulla preistoria del battesimo cristiano di cui si è parlato nella nostra Introduzione. Particolarmente degni di nota sono i passi sul pane e sul calice, che sembrano indicare, secondo la tesi di Reitzenstein, che tra i Mandei il battesimo e la cena costituivano ancora un unico rito.
Nel nome della Vita!
«Tuo Padre cosa ha fatto di te, o anima..,
il grande giorno in cui tu fosti stabilita?» [24]
Mi condusse al Giordano e mi piantò,
mi fece salire sulla sua riva e mi alzò.
Preparò del pane e me lo offrì,
pronunciò ringraziamenti sul calice e mi fece bere.
Mi fece sedere tra le sue ginocchia
e pronunciò su di me il nome della Grande Vita.
Scosse la montagna e... [25]
gridò con tutta la sua voce e mi fece sentire.
Gridò e mi fece sentire con tutta la sua voce:
«Se c'è forza in te, anima, vieni! —
Se salgo sulla montagna, cadrò,
e io scomparirò da questo mondo».
Alzai gli occhi al cielo,
la mia anima ripose la sua speranza nella Casa di Vita.
Salii sulla montagna e non caddi affatto,
ma vi sono giunto e trovai la mia vita.
«Tuo Padre cosa ha fatto di te, o anima..,
il grande giorno in cui tu fosti stabilita?» —
Mi condusse al Giordano e mi piantò,
mi fece salire sulla sua riva e mi alzò.
Preparò del pane e me lo offrì,
pronunciò ringraziamenti sul calice e mi fece bere.
Mi fece sedere tra le sue ginocchia
e pronunciò su di me il nome della Grande Vita.
Scosse il fuoco e...
gridò con tutta la sua voce e mi fece sentire.
Gridò e mi fece sentire con tutta la sua voce:
«Se c'è forza in te, anima, vieni! —
Se attraverso il fuoco, brucerò,
e io scomparirò da questo mondo».
Alzai gli occhi al cielo,
la mia anima ripose la sua speranza nella Casa di Vita.
Attraversai il fuoco e non bruciai mai,
ma vi sono giunto e trovai la mia vita.
«Tuo Padre cosa ha fatto di te, o anima..,
il grande giorno in cui tu fosti stabilita?» —
Mi condusse al Giordano e mi piantò,
mi fece salire sulla sua riva e mi alzò.
Preparò del pane e me lo offrì,
pronunciò ringraziamenti sul calice e mi fece bere.
Mi fece sedere tra le sue ginocchia
e pronunciò su di me il nome della Grande Vita.
Scosse il mare e...
gridò con tutta la sua voce e mi fece sentire.
Gridò e mi fece sentire con tutta la sua voce:
«Se c'è forza in te, anima, vieni! —
Se entro nel mare, annegherò,
e io scomparirò da questo mondo».
Alzai gli occhi al cielo,
la mia anima ripose la sua speranza nella Casa di Vita.
Entrai nel mare e non annegai mai,
ma vi sono giunto e trovai la mia vita.
O Vita! O vita!
La Vita ha vinto questo mondo.
La Vita è vittoriosa.
6. LA CONFEZIONE DELLA LEGGE
(Libro di Giovanni, 198)
Abbiamo voluto chiudere la nostra piccola antologia di testi mandei con un brano che spiega perché i Mandei odiavano lo Spirito Santo: perché gli ebrei veneravano in lui l'ispiratore della loro Legge, che era agli occhi dei Mandei un libro di abominazione e di impostura. L'odio dei Mandei per lo Spirito Santo era quindi per loro un mezzo per emanciparsi dalla Legge.
Adonai, il dio dell'Antico Testamento — dunque un falso dio — cospira con lo Spirito Santo per la confezione di questo libro di abominio. Il lavoro è svolto dai sette pianeti che sono a loro volta poteri malvagi, poiché i Mandei sono ostili all'astrologia tanto quanto lo sono all'ebraismo e al cristianesimo.
Quando Adonai [26] sentì quelle parole,
chiamò lo Spirito e gli disse: ...
«Vieni,
scriveremo
un libro di abominio e di impostura,
al fine di catturare generazioni e mondi».
Allora lo Spirito emise un ordine,
e Mercurio e i Sette [27]
scrissero e composero la Legge.
Sono loro
che hanno scritto e composto la Legge
e che l'hanno messa tra le mani
di Adonai il Sole.
Adonai per i suoi miracoli
suscitò Mosè, figlio di Amra,
l'installò sul Monte Sinai
e per quaranta giorni gli chiuse la bocca
davanti a ogni cibo e ad ogni bevanda.
Davanti a ogni cibo e ad ogni bevanda
gli chiuse la bocca,
e gli consegnò il libro di abominio...
che doveva catturare generazioni e mondi.
Miei eletti!
Io vi dichiaro quanto ai Giudei
che le loro Scritture
non sono mai venute dalla Luce,
Se le loro Scritture fossero venute dalla Luce...
essi sarebbero tutti d'accordo...
La vita è glorificata e vittoriosa,
vittorioso Colui che è venuto qui.
NOTE
[1] Si veda pag. 17.
[2] Una parola indecifrabile.
[3] Passo incomprensibile.
[4] Passo incomprensibile.
[5] Passo incomprensibile.
[6] Questo «assedio allestito per Miriai alla foce dell'Eufrate» è analogo al luogo preparato nel deserto per la donna che ha appena partorito il Messia, Apocalisse 12:6.
[7] La legge di Mosè, il Pentateuco.
[8] Passo oscuro.
[9] Passo oscuro.
[10] Passo dalla interpretazione dubbia.
[11] Passo mutilato.
[12] Quest'aquila bianca che protegge la ritirata di Miriai alle foci dell'Eufrate sembra essere la stessa grande aquila di Apocalisse 12 che porta soccorso alla donna che ha appena partorito il Messia e che fugge nel deserto.
[13] Variante: sul suo trono.
[14] È a questo passo che il Vangelo di Giovanni dà la replica (17:15):
Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal male.
[15] Cana, letteralmente: vaso, brocca, anfora; il vaso di terra nel quale si seppellivano i morti; per estensione: il ricettacolo delle anime. È per un gioco di parole che il Quarto Vangelo colloca a Cana il miracolo delle sei anfore d'acqua trasformata in vino ? Si veda RASCHKE, comunicazione al Congresso Loisy, Annales du Christianisme, 1-3 (Parigi, Rieder) 1928.
[16] Passo corrotto.
[17] Sulla priorità del testo latino k sul testo greco nel Vangelo di Marco, si veda P.-L- COUCHOUD, Revue d'Histoire des religions, volume 94 (1926), pag. 161-162: l'Evangile de Marc à-t-il été écrit en latin ? Ibid. volume 95 (1927), pag. 287-301: Marc latin et Marc grec. Confronta The Journal of theological studies, volume 30 (1928), pag. 47-51: la Place du Verbe dans Marc. Si veda pure la discussione del problema in PROSPER ALFARIC, l'Evangile selon Marc, Parigi (Rieder) 1929.
[18] È Anosch-Uthra che parla, l'Uomo-Dio dei Mandei.
[19] Una parola mutilata e illeggibile.
[20] «Qolasta» è il nome di una raccolta di testi liturgici mandei che LIDZBARSKI ha pubblicato nelle sue «Mandäische Liturgien».
[21] Altra pianta che non si è potuta identificare.
[22] Incomprensibile.
[23] Vale a dire: che ha fatto un'opera vana.
[24] «Stabilire» è spesso sinonimo di «battezzare».
[25] Una parola corrotta.
[26] Adonai: il Dio dei Giudei, Geova.
[27] I Sette: i sette pianeti, figli dello Spirito. Essi esercitano sul mondo un'influenza nefasta.
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