mercoledì 13 gennaio 2021

IL PUZZLE DEI VANGELIPassione e resurrezione

(segue da qui)

Passione e resurrezione 

I racconti della passione sono il logico coronamento dei vangeli: tutto ciò che li precede tende verso quella fine, più volte annunciata. La morte di Gesù muove ancora le anime sensibili, e nessuna opera letteraria ha mai fatto versare così tante lacrime, ma se vogliamo fare uno studio obiettivo dei testi, è necessario liberarci dall'atmosfera emotiva che l'educazione ci abitua ad aggiungervi. In realtà, i racconti evangelici della passione sono di una secchezza, di una brutalità sconcertanti: non una frase di pietà o di intenerimento. L'atto più crudele è riportato con il minimo di parole, tradotto con un solo verbo: [1] «lo impiccarono al legno», [2] o perfino ridotto ad un incidente: «dopo averlo crocifisso». [3] Quella concisione può sembrare obiettività: vedremo che essa proviene da una totale ignoranza delle circostanze che avrebbero potuto dare un senso alla narrazione.

Ma la morte di Gesù non è quella di un qualunque condannato, è quella di un dio. Non ci sorprenderemo, dunque, di trovare, nei racconti della passione, vari aspetti difficili tanto da separare quanto da conciliare. 

La morte di Gesù è prima di tutto il sacrificio volontario di un dio per la salvezza degli uomini; è dunque la trama simbolica dei riti, lo schema di un «mistero».

In secondo luogo, è un dramma che si presta così bene ad un'evocazione teatrale che si è potuto metterlo in scena, nel Medioevo, senza riscrivere la sceneggiatura né i dialoghi. Questo aspetto, che ci colpisce meno oggi, non sarebbe il principale? Sappiamo che esistevano, nei culti misterici, rappresentazioni sacre, [4] e ci si può domandare se l'apostolo Paolo non faccia allusione ad uno spettacolo di questo genere quando scrive ai Galati: «voi agli occhi dei quali fu rappresentato al vivo Gesù Cristo crocifisso». [5] La concisione narrativa dei nostri racconti si spiegherebbe allora come una semplice indicazione di messa in scena.

In terzo luogo, i racconti della passione si presentano come realizzazioni, fin nei minimi dettagli, di testi profetici: ho mostrato come, in realtà, siano stati interamente costruiti con l'aiuto di una raccolta di profezie.

Infine, e questo aspetto mi tratterà di più qui, essi si presentano come se riportano fatti reali, mettono in gioco personaggi di cui alcuni sono storici. Anche se si dubita della verità materiale di questi racconti, non si può negare che i loro autori raccontino i fatti come se fossero realmente accaduti. Senza dubbio era lo stesso per i racconti della morte di Attis o di Mitra, ma non si potrebbe a priori ridurli per analogia a semplici leggende o a riti: è necessario guardarvi più da vicino. 

NOTE

[1] Ricordo che la lingua greca non ha un termine per indicare la croce come strumento di supplizio. La parola stauros indica un palo, per estensione un patibolo. Noi traduciamo con «crocifiggere» un verbo che vuol dire «innalzare un palo», e per estensione «mettere al legno», appendere.

[2] Marco 15:24, Luca 23:33, Giovanni 19:18.

[3] Matteo 17:35.

[4] Il teatro greco, all'origine, non è altra cosa. 

[5] Galati 3:1. 

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