(segue da qui)
PARTE TERZA
GESÙ DIO SALVATORE
Eccoci tornati davanti al grande problema: Chi è Gesù? Si deve dunque avere la fede per tradurre il cristianesimo senza contro-senso? No. L'intelligenza del cristianesimo è sufficiente.
Noi, a cui la fede non è data o è scomparsa, noi vediamo chiaramente che il Gesù di Renan, Loisy e Guignebert, conosciuto innegabilmente come un uomo, non avrebbe mai potuto essere concepito nelle teste ebree come dotato del divino assoluto e della potenza divina. C'è un ultima via da esplorare? Poiché la credenza in un complesso uomo-Dio è il privilegio del cristiano, è possibile dissociare il complesso diversamente da come lo fa lo storicismo parigino? Certo che sì. Resta da considerare Gesù come propriamente e unicamente Dio.
Noi, a cui la fede non è data o è scomparsa, noi vediamo chiaramente che il Gesù di Renan, Loisy e Guignebert, conosciuto innegabilmente come un uomo, non avrebbe mai potuto essere concepito nelle teste ebree come dotato del divino assoluto e della potenza divina. C'è un ultima via da esplorare? Poiché la credenza in un complesso uomo-Dio è il privilegio del cristiano, è possibile dissociare il complesso diversamente da come lo fa lo storicismo parigino? Certo che sì. Resta da considerare Gesù come propriamente e unicamente Dio.
Lo si deve ammettere, i primi a tentare questa via lo hanno fatto con una bella temerarietà e senza prove accettabili. Volney e Dupuis volevano vedere in Gesù un vago dio solare, parente di tante altre divinità orientali. Hanno fatto un adepto di eccezione: Napoleone. Goethe ha avuto una parola profonda sui vangeli: vi è in loro la più gran parte di verità, senza un'ombra di realtà. Ha onorato Gesù come una figura di elevato significato, ma problematica. David Strauss, senza negare l'esistenza storica di Gesù, ha messo in evidenza gli elementi mitici della sua storia. Renan stesso, a Parigi nel 1845, è stato tentato di considerare Gesù come un dio, prima di ricevere in Palestina la rivelazione poetica della sua pura umanità.
Nel primo quarto di questo secolo un'ondata di mitologi, come li appellava Loisy per derisione, si abbandonò a delle descrizioni azzardate di un antico dio Gesù. In Germania Kalthoff il sociologo, H. Raschke e Arthur Drews, razionalisti un po' filistei, a Londra l'immaginifico J. M. Robertson (Pagan Christs), a Copenaghen l'universale Georg Brandes, in Louisiana Benjamin Smith (Gesù precristiano), a Parigi il poeta Edouard Dujardin (Storia antica del Dio Gesù), Robert Stahl il sagace, miei cari amici entrambi. Il loro difetto è stato tutto lo spirito avventuroso dei pionieri. Hanno corso su delle tracce vane alla ricerca di una preistoria del dio Gesù. Hanno lasciato la traccia principale per la marginale. Non hanno identificato con abbastanza vigore i documenti certi dove Gesù-Dio è in piena luce. Non hanno visto che i veri predecessori di Gesù sono i suoi rivali: gli dèi dei misteri e di salvezza.
In una sola proposizione, il cuore del cristianesimo è questo: un Dio ha subito la morte per salvare gli uomini dal peccato e dalla morte eterna. Mistero che si esprime mediante un racconto sacro e tramite dei riti sacramentali. La morte di Gesù è quella di un Dio, poiché solo un Essere di assoluta santità, dotato del potere di una vita indissolubile, potrebbe essere creduto capace di cancellare tutti i peccati del mondo e di conferire agli uomini la vita eterna. “La Passione di Cristo, se non è affatto fittizia, è necessariamente infinita” (Simone Weil).
Nella religione del monoteismo, nient'altri che Dio stesso può esercitare un potere redentivo universale. Senza un Dio che salva, nessun cristianesimo. Non appena si rimuove la divinità assoluta di Gesù, il cristianesimo si dissolverà nell'arianesimo, il cui esito logico è l'Islam. Il dramma della redenzione degli uomini per mezzo di una morte divina è l'intera Idea cristiana, l'intero mistero cristiano, il principio guida della nuova religione. Il cuore che batte già nell'embrione.
Storicamente, fin tanto in cui i documenti permettono di risalire con sicurezza, troviamo Gesù adorato come Dio. “La primissima tradizione vede già in Gesù l'essere divino che si è incarnato”. [1] La prima voce cristiana che ci raggiunge, la voce di Paolo, invoca e proclama Gesù-Dio. “Le preghiere più antiche uniscono Dio e Gesù oppure si rivolgono a Gesù negli stessi termini che a Dio”. [2] Fin dall'origine Gesù è contemplato come una divinità sovrana, vivente e attiva. Un Dio come Jahvè: che agisce, che opera, che respira, che parla (Claudel).
Questo fatto costante è la parte principale del nostro ragionamento. Ora (la parte minore), è impossibile ricavare il Dio Gesù da un uomo qualsiasi. Conclusione necessaria: dato che l'esistenza di Gesù come Dio era il principio del cristianesimo, la leggenda dell'uomo Gesù non era stata che un corollario. In un primo momento, Gesù era stato un Essere atemporale (achronos), un Dio-Uomo rivelato. Questa è la fase in cui sono Paolo e l'Apocalisse. Più tardi, era stato un Uomo-Dio che vagava nel tempo. Questa è la fase dei vangeli. Gesù è, in altri termini, un Dio autentico, un uomo leggendario.
A te, fratello mio, al quale la fede non è concessa e che, tuttavia, reagisci con tutto il tuo buon senso contro la deificazione di un ebreo da parte di ebrei, io voglio dirti come ho acquisito lentamente la convinzione che Gesù, Dio di salvezza eterna, non è affatto un personaggio storico.
Storicamente, fin tanto in cui i documenti permettono di risalire con sicurezza, troviamo Gesù adorato come Dio. “La primissima tradizione vede già in Gesù l'essere divino che si è incarnato”. [1] La prima voce cristiana che ci raggiunge, la voce di Paolo, invoca e proclama Gesù-Dio. “Le preghiere più antiche uniscono Dio e Gesù oppure si rivolgono a Gesù negli stessi termini che a Dio”. [2] Fin dall'origine Gesù è contemplato come una divinità sovrana, vivente e attiva. Un Dio come Jahvè: che agisce, che opera, che respira, che parla (Claudel).
Questo fatto costante è la parte principale del nostro ragionamento. Ora (la parte minore), è impossibile ricavare il Dio Gesù da un uomo qualsiasi. Conclusione necessaria: dato che l'esistenza di Gesù come Dio era il principio del cristianesimo, la leggenda dell'uomo Gesù non era stata che un corollario. In un primo momento, Gesù era stato un Essere atemporale (achronos), un Dio-Uomo rivelato. Questa è la fase in cui sono Paolo e l'Apocalisse. Più tardi, era stato un Uomo-Dio che vagava nel tempo. Questa è la fase dei vangeli. Gesù è, in altri termini, un Dio autentico, un uomo leggendario.
A te, fratello mio, al quale la fede non è concessa e che, tuttavia, reagisci con tutto il tuo buon senso contro la deificazione di un ebreo da parte di ebrei, io voglio dirti come ho acquisito lentamente la convinzione che Gesù, Dio di salvezza eterna, non è affatto un personaggio storico.
NOTE
[1] O. Culmann, in Revue d'histoire et de philosophie religieuse, Strasburgo, 1925, pag. 575.
[2] J. Lebreton, in Histoire de l'Eglise (Fliche e Martin), t. 2, Parigi, Bloud e Gay, 1938, pag. 370.
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