lunedì 23 gennaio 2017

Sulla cattiveria del Gesù di carta (IV)


BONTÀ: Perfezione divina. Dio è perfettamente buono, senza una goccia di cattiveria. È vero che nonostante la sua bontà ci fa o permette che ci facciano del male. Ma questo non vuole dire niente: è sempre buono con i suoi preti. Ci deve bastare.
(Il Libero Pensatore Paul Heinrich Dietrich, barone d'Holbach, La théologie portative, 1768)

MADRE TERESA: Corriamo sempre il pericolo di diventare semplici operatori sociali o di svolgere il lavoro solo per amore del lavoro. [...] Sì, è un pericolo, se dimentichiamo per chi lo facciamo. Le nostre opere non sono che l'espressione del nostro amore per Cristo. I nostri cuori hanno bisogno di essere ricolmi di amore per Lui, e siccome dobbiamo esprimere quell'amore con 1'azione, allora, naturalmente, i più poveri tra i poveri costituiscono il mezzo per esprimere il nostro amore per Dio. Nella versione televisiva di Qualcosa di bello per Dio c'è una sequenza in cui Madre Teresa prende in braccio una bambina abbandonata e denutrita. La piccola ha un'aria malaticcia, è tutta rugosa e praticamente priva della bellezza propria dei bambini di quell'età, ma l'anziana donna la guarda con incoraggiamento ed entusiasmo impavidi, e dice: "Guardi. C'è vita in lei". È un momento innegabilmente affermativo. Non ci farebbe male se ce ne fossero molti di più. Ma, proprio come ha perso parecchi punti ai miei occhi implicando che l'operato di tutta la sua vita non è stato altro che un mero esercizio di propaganda per la politica demografica del Vaticano, Madre Teresa scredita il proprio esempio dicendoci, come sopra, che l'umanesimo e l'altruismo sono pericoli da evitare con scrupolo. Madre Teresa non ha mai preteso che la sua opera non fosse una vera e propria campagna religiosa fondamentalista. E nel brano riportato sopra abbiamo appreso dalla sua stessa testimonianza che «i più poveri tra i poveri» ne sono lo strumento: un 'occasione per esercitare la pietà.
(Christopher Hitchens, La posizione della missionaria, pag.28)

Fanatismo apocalittico, fede impossibile da ottenere (al pari dei miracoli che deve procurare), ignoranza delle scritture e della medicina, odio della Natura e degli animali, misoginia, antigiudaismo, odio dei disabili, povertà che consuma, salute negletta, amore di dio ricattatorio e molesto: sono appena alcuni tra i bizzarri capricci con cui si nutre e fiorisce la presunta “moralità” del Gesù di carta. E perchè qualcuno — il folle apologeta cristiano — possa adeguatamente valorizzarli è inevitabile che egli stesso senta una reale inclinazione all'ipocrisia morale. Ritraendosi da ogni autentico scrupolo morale, o perlomeno da un mondo che quotidianamente investe nel semplice buon senso, il folle apologeta cristiano cerca di trovare del buono dove il buono manca veramente: nel Gesù di carta. I suoi difetti gli sembrano quasi delle virtù e lo inducono a idealizzarlo ancora e ancora. Costruisce l'ennesimo altro Gesù a proprio uso e consumo, purchè rimedio al punto giusto allo scomodo e compromettente Gesù di carta, ma a sua volta fabbricato con le pietre della propria immaginazione.

Ma quest'altro Gesù non è reale e neppure bello, non è certo meno colpevole del Gesù di carta da cui è fantasiosamente derivato. E allora, per un momento, vi esorto a condannarlo, quest'altro Gesù, questo aborto nato da un aborto. Anche se il suo peccato non ha nome — in fondo, ha diritto di giudicarlo solo il suo creatore — sembra tuttavia violare questa o quella legge, forse addirittura molte leggi, probabilmente tutte. Per il solo fatto che è derivato dal Gesù di carta. Il folle apologeta cristiano non sembra fare niente di buono, né per sé stesso né per gli altri. E mentre tutti noi sappiamo che l'inganno e l'autoinganno sono contorni saporosi dell'esistenza, il folle apologeta cristiano li ha fatti diventare un'odiosa specialità della sua fottuta chiesa! Ma se udisse le nostre accuse, le nostre rimostranze per i peccati suoi e del Gesù di carta, non si farebbe affatto scrupolo, nella sua totale demenza, di liquidarle con un semplice “E con ciò?”.

Ora, una tale risposta presuppone che la follia apologetica appartenga a una certa categoria di malattie impossibili da curare e che gli svantaggi che ne derivano, in termini di ostinato e cieco dogmatismo, valgano da soli la cessazione di qualunque dialogo coi folli apologeti cristiani. Tuttavia, in quanto malato mentale, seppure solo nella propria anima, il folle apologeta cristiano incorre nella critica seguente: egli è sintomo o causa di un'ipocrisia in corso, nei vari ambiti, sociali e individuali, dell'essere. E l'ipocrisia, come ogni altro processo in divenire, colpisce tutti con durezza, specie quelli col solo torto di aver avuto a che fare coi folli apologeti cristiani. «Buono!» urla il folle apologeta cristiano, alla vista del Gesù di carta. «Cattivo!», lo contraddice la coscienza. Nate da sentimenti estremamente chiusi e personali, entrambe queste esclamazioni tradiscono origini tutt'altro che ammirevoli poichè l'una si fonda sulla follia apologetica, l'altra sulla percezione di possedere una coscienza morale. E quando il dibattito etico su quest'argomento raggiunge infine un impasse o diventa troppo intricato per trovare una verità, allora può iniziare a lavorare la prospettiva psichiatrica.

Col tempo, si impara che troveremo sempre nuovi punti di vista per abbandonare così l'illusione sull'esistenza di una morale universale.
Nel frattempo il folle apologeta cristiano continua a difendere il Gesù di carta inutilmente finchè il Gesù di carta — tra venti di follia, apologia dopo apologia dopo apologia... — non finirà per farne l'uso al quale è destinato: lo consumerà fino in fondo. E mai fine sarà più meritata!

Tutti, nell'assenza assoluta di prove, possono sognare il Gesù “storico” che vogliono dietro il Gesù di carta, quello, per intenderci, dei quattro vangeli canonici. Quel Gesù “storico”, essendo esistente solo nell'immaginazione di chi azzarda stupidamente una lettura storicista dei vangeli (facendo torto così alla loro vera natura completamente allegorico-simbolica), è passibile di giudizio solo dalle stesse persone che lo immaginano (gli unici, in un certo senso, a poterlo “conoscere”). Ma pochi hanno il coraggio intellettuale di spingersi più in là a giudicare lo stesso Gesù di carta, ovvero lo stesso Gesù della storiella evangelica, la stessa che viene costantemente propinata e ripetuta dai pulpiti di tutte le chiese cristiane, l'unico Gesù di cui si ha evidenza.

Perchè così pochi? Non certo per mancanza di coraggio, ma perchè si tende pigramente a liquidare il Gesù di carta come troppo “buonista” a priori, “buono” fino alla comicità, per nulla affatto roba seria da meritare perfino il tempo di una condanna da parte degli atei. Un sacco di atei accetta acriticamente la presunta bontà del Gesù di carta, perfino i miticisti, perfino gli atei che si illudono sull'esistenza di un Gesù “storico” del tutto diverso – in generale, diverso in senso negativo per dargli un tocco di sufficiente realismo – rispetto al Gesù di carta. La gente crede davvero che il Gesù di carta non sia affatto un fomentatore di deliberata violenza psicologica. Il male l'hanno compiuto e lo compiono e lo compieranno quelli idioti dei cristiani che si professano suoi discepoli, non il Gesù di carta. Bene: non è così. Il Gesù di carta non è affatto quel Gesù gioviale e bonario dispensatore di tanto in tanto di preziose gemme morali. Il Gesù di carta non è un personaggio letterario positivo sul piano morale. È invece un personaggio letterario negativo. Del tutto negativo.
E fa ribrezzo vedere atei che parlano bene del Gesù di carta per dare qualche contentino ai cristiani, atei del tutto dimentichi delle reali sofferenze di chi, tra gli stessi cristiani, ha subìto la violenza dei cattivi insegnamenti del Gesù di carta.

È tempo di afferrare il Gesù di carta e farne carta straccia, denunciandolo per quel raccapricciante mostro morale che è, dovunque se ne presenti l'occasione.

Bisogna cessare di puntare il dito soltanto alle nefandezze contenute nell'Antico Testamento, quando una minaccia più grande e più oscura al senso morale proviene dal Gesù di carta.
In altre parole, Marcione aveva torto. Il Gesù di carta non è affatto più buono del dio dell'Antico Testamento. Ma è più dispotico di lui.
Non è soltanto l'Antico Testamento o il Corano ad offrire letture plausibili di incitamento alla violenza e sopraffazione, ma anche il Gesù di carta.
Al di là di quello che gli idioti storicisti desiderano fantasticare intorno al chimerico “Gesù storico”, al di là di quanto fantasiosi o realistici appaiono i singoli testi del Nuovo Testamento, è un fatto che quei testi sono privi di buoni consigli morali. 

Tanto per cominciare, il Gesù di carta è un apocalittico della peggior specie:
Diceva loro: «In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto giungere il regno di Dio nella sua potenza».
(Marco 9:1)

In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga.
(Marco 13:30)

Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo.

(Matteo 10:23)

In verità io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno».

(Matteo 16:28)

In verità io vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione.
(Matteo 23:36)

In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga.
(Matteo 24:34)

In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto il regno di Dio».
(Luca 9:27)

In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga.
(Luca 21:32)

La cosa in sè non dovrebbe suonare così imbarazzante, tantomeno riprorevole sul piano morale (in fondo agli inventori stessi di Gesù creò soltanto un finto imbarazzo!). Se non fosse per le conseguenze deleterie di quel fanatismo apocalittico sull'etica del Gesù di carta:

● i seguaci di Gesù dovrebbero sbarazzarsi di tutto ciò che hanno:
Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!».
(Marco 10:21)
● sbarazzarsi delle proprie famiglie e amici:
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà.
(Marco 10:29-30)
● fregarsene delle autorità:
Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio».
(Marco 12:17)
● fregarsene del proprio coniuge eventuale:
Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».
(Matteo 19:10-12)
● fregarsene della gente in generale e delle loro reazioni:
Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.
(Matteo 5:38-42)
Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
(Mateo 18:21-22)

Tutti quelli aspetti caratterizzano gli accattoni, i pezzenti, i mendicanti, i miserabili per scelta. Invece di aiutare a toglierne il più possibile dalla strada, il Gesù di carta ne vuole aggiungere di più.
Per giunta con l'illusione di una chimerica speranza: una fine che non arriverà mai.
Senza una verifica contabile è impossibile dire con certezza che fine fanno le montagne di soldi di Madre Teresa, però è possibile dire qual è il vero scopo e la vera natura dell'ordine, e innanzitutto a quale scopo vengono accettate le donazioni. Ancora Susan Shields: Per la Madre, la cosa più importante era il benessere spirituale dei poveri. L'aiuto materiale era un mezzo per arrivare alle loro anime, e far vedere ai poveri che Dio li amava. Nelle Case dei Moribondi, Madre Teresa insegnava alle sorelle come battezzare di nascosto le persone che stavano morendo. Le suore dovevano chiedere a ogni persona in fin di vita se voleva "un biglietto per il paradiso". Una risposta affermativa andava interpretata come un consenso a farsi battezzare. Allora la suora non doveva far altro che fingere di rinfrescare la fronte della persona con un panno bagnato, mentre in realtà la battezzava pronunciando sottovoce le parole di rito. La segretezza era importante perché non si doveva venire a sapere che le suore di Madre Teresa battezzavano indù e musulmani.
In questo modo, una piccola ipocrisia ne nasconde una molto più grande. «Il nostro atto costitutivo ci vietava di mendicare più di quanto ci serviva, ma il denaro depositato in banca era considerato inesistente». Quindi l'ostentazione di modestia e umiltà maschera tanto l'avidità quanto 1'ambizione, per non parlare dell'arroganza.

(Christopher Hitchens, La posizione della missionaria, pag.36)
E se almeno il Gesù di carta si fosse limitato a comandare solo quello! Invece a chiare lettere è detto:
Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
(Marco 10:27)

Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile».
(Matteo 19:26)

Rispose: «Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio».

(Luca 18:27)
E quando glielo fanno notare gli stessi dementi discepoli, che c'è un piccolo problemino con le sue esose richieste, il Cristo di carta replica che solo mediante il magico intervento divino loro possono diventare moralmente perfetti così da meritare il regno di Dio. Tutto è possibile per chi ha fede, recita il Gesù di carta in Marco 11:23:
 In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà.
Potrebbe sembrare a prima vista che proprio la sottolineatura della fede possa servire a mitigare delle richieste così radicali: quelle richieste sarebbero impossibili apposta perchè vogliono spingere i discepoli (e per estensione, i lettori) ad affidarsi totalmente alla provvidenza divina, prima durante e dopo la loro realizzazione che la fine è vicina.

Ma il sollievo recato dalla fede a fronte di richieste così impensabili ed irrealistiche scompare subito quando si realizza l'esatta entità delle pretese del Gesù di carta:
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.
(Matteo 5:48)

Questa non è la difesa di un perfezionamento graduale, ottenuto a piccoli passi, sotto lo sguardo benigno del Gesù di carta.
Per fede è intesa, come minimo, ciò che smuove le montagne!
È solo una metafora, sicuro, ma non sarebbe più saggio cominciare con lo smuovere piccole colline, tanto per rimaner in tema di metafora?
Se il minimo richiesto è una fede capace di smuovere le montagne, e non qualcosa un pochettino più piccolo, allora come può quella fede recare sollievo, se essa stessa rientra tra le anzidette richieste impossibili, lungi altrimenti dal mitigarle?
È in moto qualcosa di intrinsecamente perverso, qui.

La fede nel Gesù di carta che il Gesù di carta pretende dai suoi ascoltatori serve a guarirli per miracolo dalle malattie, dalla cecità, dalla paralisi, perfino dalla morte. Non è il Gesù di carta a guarirli, ma la fede da loro risposta nel Gesù di carta.

No fede, no guarigione.

No fede nella misura voluta dal Gesù di carta, no guarigione.

Sono pochi quelli che realizzano quest'aspetto della “morale” di Gesù.

I folli apologeti cristiani non osano anche solo realizzare lo stretto legame tra i miracoli e la colossale fede granitica richiesta dal Gesù di carta per ottenere i medesimi. Se lo facessero, non chiamerebbero ridicolmente “fede” ciò che non può davvero realizzare miracoli straordinari tipo quelli che abbondano nei vangeli, come “smuovere le montagne” o qulcosa di simile, allegorico o meno lo si voglia intendere.

Ma si sa: i folli apologeti cristiani dovrebbero pur campare. Perfino se si rende necessario, convenientemente, far intendere al Gesù di carta qualcos'altro quando ciò che egli intende veramente è troppo assurdo, fanatico o insensato da praticare ... o anche solo da sentire.

Ma non dubito che sarà, ancora una volta, l'astuzia (un tantino goffa) dei folli apologeti cristiani a toglierci d'empasse, salvando le apparenze al buonismo (si fa per dire) dell'illustrissimo e reverendissimo Gesù di carta.

Il senso greco della misura, di cui il Gesù di carta è naturalmente sprovvisto, mero schifoso aborto mediorientale quale egli è, consiglia invece di progredire a piccoli passi verso la virtù e la perfezione morale, se virtù o perfezione morale ha da essere.
Ma inviti alla saggezza, alla moderazione, alla misura nel senso più classico del termine non si troveranno mai nei vangeli: al loro posto, soltanto e sempre quell'ostinato perfezionismo “morale”, da perseguire senza condizioni, pena l'assaggio della più vendicatica collera divina.

No grazie, di questa “perfezione morale” non so che farmene.

Neppure quando si cela dietro la sintesi della Torah, secondo il Gesù di carta: amare totalmente dio e fare agli altri ciò che si vuol ricevere da loro.
Allora si avvicinò a lui uno degli scribi che li aveva uditi discutere e, visto come aveva ben risposto a loro, gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questi». (Marco 12:28-31)
Così l'ubbidienza incondizionata a dio ha priorità rispetto all'amore del prossimo. I folli apologeti cristiani diranno che sono due facce della stessa medaglia, e altre sciocchezze armonizzatrici di simile tenore, eppure il Gesù di carta è preciso nell'indicare cosa viene prima dell'amore del prossimo: l'amore per dio.
Perciò quando lo stesso dio comanda quello scemo di Abramo a togliere di mezzo suo figlio Isacco e lui si appresta ad obbedire, starebbe ad un tempo amando dio “con tutto sé stesso” e amando suo figlio come ama sé stesso (!!!). I folli apologeti cristiani non hanno scusanti di sorta, e se le hanno, aggravano la profonda contraddizione morale del Gesù di carta, invece di attenuarla.
Se credete che un vero dio non dovrebbe comandare l'assassinio di esseri umani, allora il Gesù di carta non sarebbe per nulla d'accordo.
Il culmine della follia apologetica cristiana è credere che l'amore del prossimo sia il cuore del vangelo. Lo sarebbe, a dire il vero, del vangelo di Marcione (visto che il suo dio alieno sembra essere tutto l'opposto del dio dispotico dell'Antico Testamento), ma nei nostri vangeli canonici non c'è alcun dubbio che l'amore del prossimo figura sempre e solamente a braccetto dell'amore esclusivo ed incondizionato per quel dio, con le sue ombrìe e i suoi capricci, come da rispettivo copione nell'Antico Testamento.

Il Gesù di carta smette all'istante di predicare “amore” del prossimo quando vuole innanzitutto l'amore per il “dio degli eserciti”.
E abbiamo già constatato come quell'“amore” si tramuta rapidamente in “odio” nel senso stretto della parola quando ad intralciare i piani di dio, di quel dio, sono gli individui elencati più precisamente dal Gesù di carta:
 
Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e persino la sua propria vita, non può essere mio discepolo.
(Luca 14:26)

venerdì 13 gennaio 2017

Gesù: Fatto o Finzione?

Caldamente consigliato dall'ateo antiteista Jerry Coyne nel suo blog (di cui qui una traduzione), non sono rimasto affatto deluso dalla lettura di quest'articolo a firma di Peter Nothnagle. Tant'è vero che mi offro di tradurlo liberamente in italiano per la preziosa sintesi che fa della migliore teoria miticista (oltre alla messa in luce delle insormontabili difficoltà che attendono chi voglia dimostrare l'esistenza di Gesù, sia egli cristiano o meno).

Gesù: Fatto o Finzione?
 
presentato ad una riunione congiunta della
Unitarian-Universalist Society of Iowa City Secular Students
and Secular Students ad Iowa, 29 Marzo 2016

Copyright © 2016 di Peter Nothnagle
Tutti i diritti riservati.


Così, Gesù Cristo. Il figlio di Dio, il Messia. Re dei re e Signore dei signori (per citare l'Allelujah Chorus). In alternativa, alcuni dicono, solo un uomo, ma un uomo che fu ispirato da Dio per insegnare grandi verità morali. Oppure, per quelli di noi che non credono in Dio, almeno possiamo esser tutti d'accordo che Gesù nacque a Betlemme nell'anno uno, e crebbe fino ad essere un maestro saggio, ebbe dodici seguaci, e fu ucciso ucciso dai Romani, giusto?

Gesù è la persona più famosa sulla Terra, e la persona più influente che sia mai vissuta, ma la gente ha idee molto diverse su chi o perfino che cosa fosse. Voglio scoprire cos'è che sappiamo per certo su Gesù, e come siamo venuti a saperlo. Questo è quello che ho intenzione di parlare stasera.

Voglio fare una cosa molto chiara fin dall'inizio. Non ho intenzione di parlare affatto di proposizioni di fede del cristianesimo. Noi potremmo o non potremmo esser d'accordo se le storie su Gesù nato da una vergine, che trasformò l'acqua in vino, che resuscitò il povero Lazzaro dai morti, e tutto il resto, dovrebbero esser difese come storiche o attaccate come miti. Quelle sono storie interessanti, e anche se personalmente io avrei bisogno di una prova migliore di quanta ne abbiamo prima di poter credere ad ognuna di loro, penso che per la loro stessa natura non possiamo mai sapere con certezza se qualcosa del genere fosse realmente accaduto. Stasera io voglio metter da parte le affermazioni di fede e voglio solo parlare dell'uomo in carne e ossa del mondo reale che visse nella Palestina del primo secolo – chi era lui, veramente? Era un maestro-filosofo itinerante le cui idee divennero la base di una nuova religione? Il capo di una banda di ribelli, il cui martirio dette il via ad un movimento sociale ispirato dal suo nobile sacrificio? Una frode, che ingannò gli idioti con giochi di prestigio a buon mercato e infastidì le autorità? Oppure poteva essere un essere celeste immaginario, uno di un numero qualsiasi di deità salvatrici morenti e risorgenti che popolavano i culti misterici in tutto il mondo antico, che in qualche modo venne ad essere visto come una figura storica nel corso dei secoli? Cosa sappiamo di certo su Gesù? E come facciamo a saperlo? Iniziamo!

L'ovvio punto di partenza è la Bibbia, dove Gesù figura in primo piano. La gente vi dirà che ci sono un sacco di riferimenti a Gesù anche in fonti storiche al di fuori della Bibbia, e parlerò anche di quelli ma prima diamo un rapido corso di studio sulla Bibbia.
Qualcosa di cui potreste essere sorpresi ad apprendere è che non esiste, e mai è esistito, un singolo libro che possa essere chiamato la Bibbia. Una Bibbia è una collezione di libri sacri di molti autori diversi provenienti da diverse culture, e anche da diverse religioni, che erano scritti tra i due e i tremila anni fa, e sono stati in evoluzione da allora. Quando tutte quelle pagine sono raccolte insieme tra due copertine è facile pensare che presenta un qualche tipo di storia coerente e uniforme, ma in realtà non è così. Non c'è nemmeno una singola raccolta di scritti – sono esistite molte Bibbie nel corso dei secoli, variamente promosse e soppresse in diversi luoghi in tempi diversi. Ancora oggi i protestanti conservatori, i liberali protestanti, cattolici, copti, ortodossi, e molte altre sette cristiane grandi e piccole usano tutte diverse Bibbie che sono state modificate e tradotte con diverse agende teologiche, e contengono anche diverse collezioni di libri. Per esempio la versione cattolica dell'Antico Testamento comprende sette libri che non si trovano nella protestante. Una nuova Bibbia è uscita lo scorso anno, che contiene un sacco di libri che non sono in quella di Re Giacomo che mantenete sotto il cuscino, tra cui anche un libro che gli studiosi sanno per certo è un falso del 19° secolo che fu inventato per legittimare l'imperialismo britannico. Si tratta di un impressionante volume  dall'aspetto santo, 1.400 pagine, rilegato in pelle – mi piacerebbe avere uno da aggiungere alla mia collezione, ma è di novanta dollari. Proprio quest'anno c'è una nuova versione della Bibbia di Re Giacomo tradotta in “emoticons” di internet – sapete, smile e così via. Credete che stia scherzando, ma è vero – è su iBooks per soli 2.99 dollari. Si suppone che sia lunga 3.200 pagine, che io non capisco proprio, a meno che è di 3.200 pagine del tuo telefono. In ogni caso, “la Bibbia” non è certo la “parola eterna e immutabile di Dio”.

Non solo una Bibbia contiene decine di libri provenienti da molti scrittori con diversi punti di vista, ma nessuno di questi libri è nella sua forma originale. Ognuno di loro è stato ampiamente riscritto nel corso dei secoli, e non c'è nessun manoscritto originale di qualsiasi parte della Bibbia da confrontare con le versioni moderne. Le nostre fonti più antiche sono ancora copie di copie di copie, secoli passati tra gli scritti originali e la creazione delle prime copie che ora abbiamo, e tutte le nostre copie sono diverse, il che significa che possiamo solo immaginare quale variante di una singola parola o frase o intero capitolo fosse quella che l'autore originale potrebbe aver scritto. Tutti i copisti via via attraverso i secoli sono stati membri altamente motivati di una setta o di un'altra che recavano le proprie agende al processo, e questo influenzava le loro scelte di parole, e anche cosa aggiungevano o rimuovevano alle storie ricevute, e loro commettevano anche semplicemente degli errori. Ogni copista ovviamente avrebbe saputo della possibilità di errori di copiatura, e quando incontrava qualcosa in un antico manoscritto che non coesisteva giustamente colle idee teologiche del suo particolare momento e luogo egli avrebbe potuto introdurre modifiche ad un testo che lui credeva onestamente fossero la correzione di un errore precedente. Anche quando tutte le fonti disponibili sono d'accordo su qualcosa, ancora non possiamo essere certi che fosse quello ciò che intendeva l'autore originale, perché le fonti che abbiamo potevano essere tutte semplicemente copie fedeli di una precedente copia corrotta che da allora è stata persa. L'invenzione della stampa nel 15° secolo potrebbe aver messo un freno al costante accumulo di errori di copiatura, ma solidificò solo le osservazioni di giudizio e gli errori fatti dagli editori della Bibbia in quel periodo di tempo, mentre la ricerca scientifica ha fatto ovviamente un sacco di progressi da allora. La maggior parte delle differenze sono banali, ma alcune di loro vanno al cuore delle credenze delle varie denominazioni, come la Trinità, l'Inferno, la salvezza attraverso le opere di contro alla salvezza mediante la fede, e così via. È possibile che alcune parti della Bibbia che abbiamo oggi sono molto diverse dalle originali, essendo stato cambiate nel corso del tempo per tenere il passo con l'evoluzione delle teologie. Naturalmente a meno che tu non sia uno studioso con una certa conoscenza davvero specializzata, tu puoi solamente leggere la Bibbia nella traduzione – in molti casi, una traduzione di una traduzione – e ogni traduttore a sua volta porta la propria visione teologica di quel compito. Quindi nessun Bibbia che esiste o che avrebbe potuto esistere poteva essere una fonte neutrale e autentica di informazioni storiche. Ma facciamo del nostro meglio con quello che abbiamo.

Ho intenzione di parlare del Nuovo Testamento questa sera, perché questo è il nostro materiale di base per arrivare a conoscere Gesù. Ci sono quattro parti nel Nuovo Testamento: i vangeli, le epistole, gli Atti degli Apostoli, e il Libro dell'Apocalisse. I quattro vangeli sono racconti della vita, le parole e gli atti di Gesù. Le epistole sono 21 lettere scritte dai primi capi della Chiesa a varie congregazioni. Atti è una raccolta di storie della chiesa antica dopo la morte di Gesù, e l'Apocalisse è quella visione allucinante nella sala del trono di Dio – quei due scritti non sono realmente circa Gesù durante la sua vita. La nostra domanda questa sera è, cosa possiamo dire con fiducia su Gesù durante il suo tempo sulla Terra, così ci volgiamo a guardare alle cose più vicine in nostro possesso ad una testimonianza di prima mano circa Gesù nella Bibbia, che sono i vangeli e le epistole.

Anche se i vangeli sono sempre posizionati prima nel Nuovo Testamento, in genere si ritiene che le lettere fossero state scritte prima. Le epistole sono tredici lettere di Paolo, e più di otto lettere attribuite ad altri capi della chiesa antica. Quelle lettere furono scritte presumibilmente a comunità di città lontane in tutto l'impero romano, e sono piene di insegnamenti cristiani e consigli su come condurre quelle prime chiese. Così ci dicono molto sulle credenze e le pratiche dei seguaci originali di Gesù.

La maggior parte degli studiosi pensano che Paolo nacque agli inizi del primo secolo, e le sue lettere sarebbero state scritte in qualcosa come il 50 EC, mentre i vangeli furono
significativamente tutti scritti in seguito. Se questo è vero, Paolo sarebbe stato a scrivere poco dopo che Gesù è supposto di aver vissuto – la vita di Paolo e la vita di Gesù si sarebbero sovrapposte, e Paolo avrebbe potuto visitare i luoghi dove Gesù predicava, e avrebbe potuto anche intervistare persone che lo conoscevano e avevano sentito le sue parole reali. Le lettere di Paolo ci dovrebbero dare veramente la miglior idea di cos'era Gesù pressappoco. Quindi voi state morendo dalla voglia di sapere esattamente quello che ha detto Paolo di Gesù, e io arriverò anche a quello, in appena un minuto.

Prima di tutto, però, c'è un piccolo problema con l'affidarsi troppo pesantemente su Paolo, in quanto la maggior parte degli studiosi concorda che almeno sei delle tredici lettere sono falsi di diverse generazioni dopo l'esistenza di Paolo. Sembra che quando la chiesa si stava sviluppando, qualora un vescovo stesse avendo problemi colle differenze di opinione tra le sue chiese, avrebbe potuto fabbricare una cosiddetta “lettera dall'apostolo Paolo”, che avrebbe convenientemente rafforzato la sua posizione. Infatti alcuni studiosi sospettano che tutte le lettere potrebbero essere falsi – Paolo stesso avrebbe potuto essere un personaggio immaginario che fu semplicemente inventato per dare autorità alle lettere false.

Un'altra cosa è che è abbastanza chiaro che anche le lettere “autentiche” di Paolo hanno subito qualche modifica creativa prima di arrivare nella forma in cui le abbiamo. Ad esempio, possiamo vedere che una lunga lettera potrebbe essere stata assemblata da un certo numero di lettere più brevi, in quanto sembra contenere diverse serie di introduzioni, messaggi principali, e conclusioni. La seconda lettera di Paolo ai Corinzi, ad esempio, potrebbe essere stata messa assieme da oltre una dozzina di lettere più brevi. Quali altri cambiamenti potrebbero essere stati fatti lungo la strada? Potrebbero gli insegnamenti originali di Paolo essere stati alterati man mano che le dottrine della chiesa si evolvevano? Non abbiamo gli originali, quindi non c'è modo di sapere.

Così le epistole sono costituite da tredici lettere di Paolo, almeno alcune delle quali sono falsi, e otto lettere apparentemente da altri capi della Chiesa, che a quanto pare sono tutte anche falsi oppure sono semplicemente anonimi. E per coronare il tutto, Paolo potrebbe non essere stato una persona reale, in primo luogo. Ma anche se quelle lettere non sono né originali né autentiche, sono ancora molto utili per noi per cercare di capire che cosa credevano i primi cristiani, perché esse erano destinate ad essere autorevoli – hanno esposto ciò che la fazione dominante dei primi leader cristiani considerava le giuste credenze e il giusto modo di praticare la religione.

Allora, cosa dicono di Gesù durante la sua permanenza sulla Terra? Probabilmente non sono venuti fuori a dirvelo a scuola di catechismo, ma Paolo, il tizio che visse più vicino al tempo di Gesù, e i cui scritti erano e rimangono enormemente influenti sui cristiani, non disse nulla circa Gesù, l'uomo. Tutto in Paolo è perfettamente coerente con un Gesù che fu un essere celeste che mai venne sulla Terra in una forma fisica, non ebbe discepoli e non ebbe mai un ministero, e comunicò coi suoi rappresentanti terreni esclusivamente attraverso visioni e ispirando loro a trovare significati esoterici negli scritti dell'Antico Testamento. Gesù visse, morì e fu risorto tutto giusto, ma non sul pianeta Terra. Paolo dice che tutto ebbe luogo nella sfera più bassa del cielo, la quale, secondo la cosmologia ebraica, è una regione dello spazio tra la Terra e la Luna. Paolo certamente non incontrò mai Gesù faccia a faccia, ed è abbastanza chiaro che non avrebbe per nulla ascoltato coloro che pretendevano di averlo fatto. Le sue lettere sono piuttosto chiare sul fatto che che l'unico modo autentico di conoscere Gesù e di ottenere il suo messaggio divino fu il modo in cui lui lo fece – che era psichicamente. Paolo è fermamente convinto che lui non prese le sue informazioni da alcun mortale. Basta vedere Galati capitolo 1 – è una lettura veloce!

Vi dichiaro dunque, fratelli, che il vangelo da me annunziato non è secondo l'uomo;  infatti io non l'ho ricevuto né l'ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo.
― Galati 1:11-12

Ma che dire di tutti quei dettagli che tutti conoscono circa Gesù – nacque in una grotta, insegnava nel tempio quando era un bambino, sfamò migliaia con pani e pesci, predicò il Discorso della Montagna, fu processato davanti ad un noto governatore dispotico, e fu pubblicamente giustiziato e sepolto nella tomba di un ricco seguace? Se Paolo seppe qualcosa di tutto ciò, egli non mai disse così! Noi sappiamo quelle storie perché provengono dai vangeli, ma sembra come se Paolo non le conoscesse, e c'è una spiegazione semplice per questo, dal momento che i vangeli non furono scritti fino a generazioni dopo che Paolo era morto – quelle storie furono inventate negli anni successivi.

Ora voi potreste pensare, aspetta, questo non può essere giusto, perché come possono i cristiani conciliare questa lampante contraddizione? Ai cristiani viene insegnato che Gesù fu selvaggiamente famoso a causa delle sue reali parole udite da migliaia di persone, così come a causa dei miracoli pubblici da lui eseguiti. Paolo fu intensamente interessato a Gesù, così lui non poteva essere stato ignorante di tutte le storie – ma egli non menzionò nessuna di esse. La spiegazione che voi vedete solitamente è che Paolo sapesse tutto di un Gesù terreno, ma non sentisse il bisogno di raccontare l'intera storia – lui stava scrivendo a persone che già sapevano di personali apparizioni di Gesù, così lui non doveva ripeterli. Veramente? Mai una volta? Perfino se le reali parole di Gesù  proverebbero un punto che Paolo stava cercando di fare, o definirebbero una controversia? Io non accetto quella risposta.

Questo è il primo punto importante che voglio fare in questo discorso – Paolo si trova ad essere il miglior testimone che abbiamo del Gesù storico, e per quanto ne sappiamo, lui non seppe niente di un Gesù in carne e ossa sulla Terra. Il Gesù di Paolo visse nello spazio, non ebbe mai un corpo, e comunicò agli esseri umani soltanto telepaticamente – e quei messaggi non cominciarono ad arrivare perfino fino a dopo che Gesù era morto ed era stato risorto. Questo è devastante per l'idea che ci fu sempre un autentico Gesù in carne e ossa, perché la gente a cui egli stava scrivendo – tutte quelle congregazioni cristiane che stavano già procedendo alla grande a metà del primo secolo, ancor prima che i vangeli furono scritti – deve aver a loro volta creduto in questo Gesù che nessuno aveva mai realmente visto. Questo credo fu la fondazione del cristianesimo, non un credo in un Gesù che predicava personalmente ai suoi discepoli e alle folle.

Questo è tutto davvero interessante, ma non ci è molto utile nel nostro sforzo di sapere circa il Gesù storico. Con una certa trepidazione, diamo un'occhiata a quello che dicono i vangeli.

Prima di parlare di ciò che è nei vangeli, devo dire che i nomi a loro associati, Matteo, Marco, Luca e Giovanni, non sono i nomi delle persone che li scrissero. Tutti e quattro i libri sono anonimi – quei nomi furono attaccati ai vari libri molti decenni dopo che furono scritti. Nonostante i vangeli sono sempre pubblicati in quell'ordine – Matteo prima, poi, Marco, Luca e Giovanni – è abbastanza chiaro che quello non è l'ordine in cui furono scritti. Noi possiamo dire che Marco fu scritto prima, perché Matteo e Luca – e ancora una volta sto usando quei nomi come i titoli dei libri, non come i nomi degli autori – Matteo e Luca citano ciascuno enormi pezzi di Marco. Matteo ripete quasi tutto di Marco, e circa metà di Marco è copiato in Luca –, spesso parola per parola. Pertanto, il vangelo di Marco era già stato diffuso in giro prima che furono scritti Matteo e Luca. Ma i tre di loro, Marco, Matteo e Luca, raccontano tutti una storia simile di Gesù, anche se con variazioni interessanti. Il quarto vangelo, Giovanni, descrive Gesù come un tipo d'essere del tutto diverso, nemmeno umano. Ci sono anche molti altri vangeli e libri simili che non rientrarono nella Bibbia moderna, che furono probabilmente anche basati su Marco, ma dal momento che stiamo cercando di pervenire ai fatti storici su Gesù, penso che dovremmo concentrarci sui tre più antichi vangeli.

Così come ho detto, Marco fu scritto prima. E quand'è stato? Nessuno sa per certo, ma Marco menzionò una grande catastrofe che colpì gli ebrei di Gerusalemme, che la maggior parte degli studiosi ritengono fosse la Rivolta Ebraica del 66-73 EC che provocò oltre un milione di morti e la distruzione del grande tempio, anche se avrebbe potuto quasi altrettanto facilmente riferirsi alla rivolta di Bar Kochba del 130. Pertanto Marco poteva essere stato scritto fin dagli anni 70, nonostante parecchi studiosi pensano che sia più probabile che fosse stato scritto una o più generazioni più tardi.

I vangeli in realtà non sono d'accordo su cosa fosse Gesù, ma tutti indicano che egli era capace di camminare in giro e parlare con la gente faccia a faccia, di mangiare e dormire e mischiarsi generalmente con gli esseri umani, e in ultima istanza di morire in un modo tipicamente mammifero. Marco, essendo il primo vangelo, e perciò quello che era più vicino agli eventi storici, ritrae Gesù come un uomo che apparentemente ebbe una nascita ed un'infanzia insignificanti, che fu adottato da Dio da adulto e fu in qualche modo infuso dallo spirito di Dio, disse e fece cose meravigliose sotto l'influenza di Dio, ma fu  infine abbandonato da Dio prima della sua crocifissione, e tutto si svolge nel giro di un solo anno. Matteo e Luca presero ciascuno il racconto di Marco e lo espansero grandemente. È da ciascuno di loro che si sente dire che Gesù fu generato da un dio.

È interessante che i racconti della nascita di Matteo e Luca sono completamente contraddittori. Potete darci un'occhiata! Parti di ciascun racconto stanno andando ad esservi familiari, e vengono mischiate assieme nello spettacolo di Natale di ogni bambino, ma voi potreste non essere consapevoli del fatto che i due vangeli raccontano storie diverse. Luca scrisse intorno ad un Gesù di basso ceto, nato in una stalla con una mangiatoia per culla, lontano da casa a Betlemme, con gli angeli che lo annunciano a pastori – un inizio molto umile (la natività del Little Drummer Boy). Ma Matteo scrisse circa un Gesù di nobili origini nato in una casa, ad una casa di Betlemme, visitata da astrologi provenienti dall'Oriente guidati da una stella per offrire doni appropriati ad un re, e che immediatamente attirano l'attenzione del malvagio re Erode, che era preoccupato di questo re rivale e così fece assassinare tutti i bambini maschi di Betlemme, evento che in qualche modo non fu notato da alcun scrittore contemporaneo o perfino dagli altri evangelisti (la natività We Three Kings). Così il Gesù di Luca nacque come il più umile degli umili, ma il Gesù di Matteo nacque come un re. Marco, potreste ricordare, non menziona mai per nulla una nascita! E il vangelo di Giovanni, se siete curiosi, è come Marco  –  il racconto di Giovanni comincia col battesimo di Gesù da adulto e lui non sembra saper nulla di un parto insolito. Poi di nuovo, il Gesù di Giovanni non è realmente umano, in primo luogo – è una sorta di avatar umanoide di un essere divino che creò l'universo.

Se voi guardate alla nascita di Gesù come descritta da Matteo e Luca, essa rivela un pò di ciò che accadde dietro le quinte man mano che quei libri erano alterati nel corso degli anni. Entrambi fanno di tutto per rendere Gesù il compimento di cosa da loro ritenuto una profezia dell'Antico Testamento nel Libro di Isaia, circa la venuta di un grande re dei Giudei. A tal fine ognuno di loro comprende una lunga elaborata genealogia per dimostrare che Gesù era un diretto discendente del re Davide. Quelle genealogie sono fiction completa, ovviamente – risultano essere mezzi di contrabbando in qualche numerologia ebraica, e nessuno comunque avrebbe potuto mantenere ricordi del genere in un periodo di mille anni, quindi sono solo un espediente letterario per inventare un lignaggio reale per Gesù. Inoltre, se sto facendo correttamente la mia matematica, considerate questo: supponiamo che noi davvero conservativamente diciamo che il re Davide avesse almeno tre bambini che sopravvissero fino all'età adulta, e ciascuno dei suoi figli avesse tre figli, e così via, per un migliaio di anni. Noi diremo molto conservativamente che c'erano solo tre generazioni complete per ogni secolo. Dopo dieci secoli, il numero di discendenti diretti di Davide avrebbe potuto essere in teoria due seguito da 14 zeri! Al tempo di Gesù, ognuno nella regione del Mediterraneo orientale sarebbe stato un diretto discendente del re Davide! Com'è ognuno in tutto il mondo occidentale di oggi, così salve a te! E tornando alle due genealogie regali di Matteo e Luca, esse in realtà si contraddicono a vicenda, ad ogni modo.

Ma aspettate un minuto – i due racconti evangelici dicono anche che Gesù era il figlio bastardo di Dio, e sua madre era ancora una vergine, che può solo significare che Gesù non era parente a Giuseppe, e perciò lui sarebbe stato la sola persona in Palestina a non poter discendere dal re Davide attraverso la linea maschile! Così come possono esserci entrambe una genealogia regale e una fecondazione divina nella stessa storia? Io penso che sia a causa del fatto che quando Matteo e Luca stavano aggiungendo materiale al vangelo di Marco, ognuno di loro scrisse circa la parentela di sangue col re Davide, e più tardi editori aggiunsero il concepimento miracoloso e i racconti della nascita. Perché qualcuno lo avrebbe fatto? Potrebbe essere stato solo per migliorare le credenziali di Gesù, o potrebbe essere stato per rendere conformi le versioni precedenti ad una qualche nuova teologia in via di sviluppo, ad esempio per appianare la differenza tra il Gesù terreno di Marco e il Gesù celeste di Paolo. In entrambi i casi, dal momento che le genealogie erano già ben note, chiunque aggiunse i racconti della nascita miracolosa non poteva proprio rimuovere le genealogie.

È interessante notare contraddizioni come queste, e tante altre. Giusto lì, io penso che ciò pone in dubbio che vi sia una storia vera al fondo. Nel mondo reale, quando numerose persone lavorano su una questione, noi perveniamo progressivamente più vicini alla verità testando diverse teorie contro l'evidenza. Se siamo sulla strada giusta, i pezzi iniziano a ricomporsi, e quando arriviamo alla verità, le contraddizioni dovrebbero essere risolte. Ma se un'idea scaturisce esclusivamente dalla fantasia umana, senza alcun ancoraggio ad eventi storici reali, allora dovremmo aspettarci che la storia cambi e diventi più elaborata nel corso del tempo, e a dividersi in varianti sempre più locali in risposta alle condizioni e ai costumi locali. Che è, difatti, esattamente ciò che abbiamo visto nel cristianesimo.

Tornate ai vangeli. Ho bisogno di sottolineare che i quattro vangeli che rientrarono nel Nuovo Testamento furono composti in greco, che non era la lingua locale della presunta patria di Gesù in Galilea. Laddove hanno un Gesù che cita la scrittura, egli utilizza una fonte chiamata Septuaginta, che era una versione dell'Antico Testamento creata in Egitto e usata dagli ebrei di lingua greca che vivevano al di fuori della Palestina e non capivano l'ebraico – il che significa che se Gesù fosse reale, e se i vangeli sono accurati, Gesù non conosceva la Bibbia ebraica, conosceva solo la Bibbia greca, la qual cosa non si concilia col racconto, per non dire altro. Cosa ha senso sarebbe se le persone di lingua greca che scrissero i vangeli in greco avessero familiarità solo con l'Antico Testamento greco, e quando necessitavano di porre parole della scrittura sulla bocca di Gesù, che è ciò a cui miravano.

Inoltre, Marco, il nostro “più autentico” vangelo, è pieno di errori evidenti in geografia e nelle pratiche culturali che nessuna persona del posto avrebbe fatto, e nonostante gli scrittori dei vangeli più tardi procedettero con qualche sforzo a correggere gli errori di Marco, essi introdussero un paio di loro. L'errore più sorprendente è che i vangeli concordano che Gesù venne da un villaggio chiamato Nazaret – ma ora sappiamo che non esisteva tale villaggio nel primo secolo. “Nazaret” è il nome di un luogo fabbricato che fu associato ad un insediamento posteriore. Se permettete una breve digressione, quest'idea che Gesù provenne da un villaggio chiamato Nazaret, probabilmente deriva da una lettura errata – forse deliberata – di qualcosa nel vangelo di Marco. Marco disse che Gesù era un Nazareno, cioè, un membro di un'oscura setta ebraica con quel nome. L'antica chiesa cattolica presto necessitò di ridefinire “Nazareno” come “un tizio da un villaggio chiamato Nazaret”, perché quei Nazareni insegnavano alcune dottrine vistosamente non-cattoliche. Marco dice solo che Gesù era “di Nazaret” una volta, e ciò potrebbe benissimo essere grazie a uno di quelli “utili” copisti che ho menzionato prima. Gli scrittori dei vangeli successivi si assicurarono che “Gesù il Nazareno” di Marco divenisse “Gesù di Nazaret”, ed è quello che abbiamo oggi. Ad ogni modo, anche se non vi fosse alcuna Nazaret al tempo presunto di Gesù, potete certamente visitarla  oggi –  è stata una grande attrazione turistica per secoli. Potete passeggiare tra i rievocatori in costume con tanto di asini, godere dello stufato di agnello al ristorante, e sperimentare il mondo che Gesù ... non sperimentò. Hanno un grande sito web! È anche possibile ordinare una riproduzione di una lampada ad olio romana o un paio di sandali dal negozio di souvenir on-line.

Così il mio secondo punto principale è richiamare l'attenzione su questo grande problema di credibilità con Marco – si suppone che Marco sia la cosa più vicina che abbiamo nei vangeli ad una cronaca in diretta su Gesù, ma mi sembra che sia Marco che i suoi lettori vissero distanti e molto più tardi rispetto all'antica Palestina del primo secolo. È difficile credere che fu scritto da o perfino per chiunque avesse una reale familiarità con il tempo e il luogo che ritrae.

Un sacco di cristiani pensano che i vangeli sono testimonianza in prima persona, ma chiaramente non lo sono, e non pretende di esserlo. I vangeli sono scritti in terza persona, e sono pieni di cose che nessun osservatore avrebbe potuto assistere, come ciò che sognarono i Magi dopo aver incontrato il re Erode, o ciò che offrì Satana a Gesù, quando erano assieme in quel campeggio. Perfino se pensavamo che queste cose avessero qualche fondamento in eventi reali – la qual cosa, dal momento che non conosciamo le fonti degli autori o le loro motivazioni, non poteva che essere un atto di fede  – esse contengono chiaramente un sacco di abbellimenti fantasiosi, soprattutto se considerate le contraddizioni tra di loro. Il fatto è che noi non sappiamo chi scrisse i vangeli, né quando furono scritti, né dove, né perché.

Ma se i vangeli non sono storia, che cosa sono? Quattro possibilità:
1. Si scopre che i primi Greci godevano thrillers popolari, e la storia di base del vangelo appare molto simile ad alcuni di loro. Ci sono antichi romanzi che ritraggono un eroe che ha varie avventure e, infine, scampa alla morte – in un caso lui è veramente crocifisso ma sopravvive (suona familiare?), prima di riottenere finalmente la ragazza e vivere felici e contenti o qualcosa come quello. C'è anche una Vita di Esopo, si sa, il tizo delle Favole di Esopo, che è ovviamente di fantasia, ma che corrisponde da vicino al racconto evangelico. Nel racconto, Esopo cominciò un'esistenza come il più inferiore degli inferiori – nacque in schiavitù –, ma aiutò una giovane donna in difficoltà che si rivelò essere una serva della dea Iside sotto mentite spoglie, e la dea lo ricompensò dotandolo di grande saggezza. Viaggiò per il paese esercitando il suo famoso motto di spirito, prendendosi beffa dei ricchi e potenti per mezzo delle sue favole circa animali parlanti e così via, proprio come apparentemente Gesù col suo dono divino viaggiò e impartì lezioni morali in forma di parabole. Infine entrò in conflitto con le autorità e fu giustiziato ingiustamente, e alla fine fu salvato dalla morte dalla dea e rinato come un essere immortale per dimorare nel suo regno celeste. Nulla di tutto ciò inizia a sembrare familiare? Questo fu scritto quasi nello stesso periodo dei vangeli.

2. C'è uno scrittore di nome Dennis R. MacDonald che ha scoperto sorprendenti analogie tra Marco e quel successone della letteratura antica, l'Odissea di Omero. In entrambi i libri, c'è un archetipo “eroe sofferente”, che ha un piccolo gruppo di seguaci piuttosto ottusi, e si incontrano situazioni curiosamente parallele, anche nello stesso ordine. Ciò che è particolarmente interessante è che le persone che studiano letteratura antica da una vita sanno che, al tempo in cui i vangeli stavano per esser scritti, l'Odissea fu utilizzata come strumento di studio da parte di ognuno che imparava a scrivere in greco. Il modo in cui funzionava era che lo studente avrebbe usato l'Odissea come modello e avrebbe creato il proprio racconto in uno stile simile e con temi simili. Così Marco poteva essere un'opera di fantasia realizzata ad imitazione dell'Odissea.

3. Allo stesso modo, Marco sembra anche come una rivisitazione di storie dell'Antico Testamento, col personaggio Gesù come una versione aggiornata di Mosè, e con elementi tratti dai racconti di Elia ed Eliseo, tra cui la capacità di parlare e agire per Dio e le loro vittorie finali sulla morte. Ci sono ancora più stretti paralleli con un libro sacro che non rientrò nelle Bibbie moderne, l'Ascensione di Isaia.

4. Infine, una più bizzarra possibilità. Un altro scrittore ha sottolineato che la sequenza di eventi in Marco può essere mappata su un'interpretazione dello zodiaco! Il racconto della vita di Gesù comincia col suo battesimo, sotto il segno dell'Acquario, il portatore d'acqua. Poi egli recluta i suoi primi due seguaci, i pescatori Simone e Andrea, sotto i Pesci, il segno dei due pesci. E così via, per tutto l'anno astrologico  – così Marco potrebbe essere una sorta di manuale di insegnamento segreto per gli astrologi. Vi siete mai chiesti perché Gesù avesse esattamente dodici discepoli? Poteva essere simbolico del Sole e dei dodici segni dello zodiaco? Hey, sto solo facendo domande! Non importa quanto suona inverosimile questa teoria astrologica, per me è ancora più credibile dell'intero materiale sul tizio che resuscita i morti, che cammina sull'acqua, ecc., che è in Marco.

Non solo c'erano un sacco di personaggi di fantasia che assomigliano molto a Gesù, ma c'è anche una lunga lista di documentati personaggi storici, che ebbero parecchi seguaci e dicevano di fare miracoli. Molte di queste persone furono giustiziate dai romani o dagli ebrei, e in alcuni casi addirittura apparentemente ascesero al cielo dopo la loro morte. Così, anche se i racconti evangelici della vita di Gesù si pongono a parte nel nostro tempo, indietro quando furono scritti stavano circolando
in giro racconti molto simili  – e oggi, nessuno prende il resto di loro molto seriamente. I vangeli non sono unici e non sono nemmeno originali!

Quindi il mio primo punto era che il primo scritto su Gesù è nelle lettere di Paolo, che lo ritrae come un essere che non era mai stato sulla Terra e non parlò mai a nessuno faccia a faccia; il mio secondo punto è che i vangeli non furono scritti da o per persone in Palestina del primo secolo; e per riassumere il mio terzo punto, il primo vangelo poteva essere stato inteso come una sorta di rivisitazione metaforica di storie mitiche familiari, non designata affatto ad essere presa come Storia ricordata, e tutti gli altri vangeli sono ulteriori elaborazioni basate su di esso.

C'è qualcosa di molto interessante che avrete notato in tutto questo. Se voi allineate i libri del Nuovo Testamento nell'ordine in cui furono scritti, i primi autori, quelli apparentemente più vicini ai “fatti” della vita di Gesù, possiedono il minimo di informazioni su di lui. Più tardo è il racconto, tanto più sono i dettagli. Il primo a scrivere di Gesù fu Paolo, che descrisse un essere celeste che era quasi del tutto misterioso e inaccessibile. Poi venne Marco, il più breve e più semplice vangelo, che portò questo essere soprannaturale nel corpo di un uomo. Scrittori posteriori aggiunsero elementi di retroscena come una nascita soprannaturale, e un sacco di nuovi dettagli che non erano in Marco, come citazioni dirette, miracoli, narrazioni oniriche, scene d'azione, menù per cena, viaggi per mare, differenti resoconti del processo e della condanna a morte, apparizioni post-resurrezione contraddittorie, promesse di Gesù a ritornare e portare alla Fine dei Tempi quasi subito, e, infine, una marcia indietro nel tentativo di spiegare il motivo per cui non era ancora accaduta. A me questo sembra molto simile ad una leggenda che cresceva nel raccontarla! Ma c'è un nocciolo di verità storica qui? È francamente impossibile dirlo da ciò che è nella Bibbia.

E ad ogni modo, gli autori dei vangeli non menzionarono Paolo una sola volta. Ricorderete che Paolo non sapeva nulla di ciò che apparve nei vangeli, a sua volta. Io non so esattamente cosa significa questo, ma so che è un grosso problema per il cristianesimo! Ora, gli Atti degli Apostoli, la terza sezione del Nuovo Testamento, ha un sacco circa Paolo, ma quel libro doveva essere stato scritto almeno un'intera generazione dopo la vita di Paolo – sempre se sia vissuto, in primo luogo – così da poter essere certamente leggenda o finzione invece di Storia ricordata. Atti tenta con troppo sforzo di conciliare le differenze tra le lettere di Paolo e i vangeli, fino al punto di introdurre alcune contraddizioni evidenti con le lettere – quindi io sono propenso ad etichettarli “fiction”.

Quindi tutto ciò che si può conoscere del personaggio storico di Gesù dalla Bibbia si rivela essere ... suscettibile di interpretazione. Volgiamo la nostra attenzione alle fonti storiche su Gesù diverse dalla Bibbia. Questa parte del mio discorso sarà davvero breve. Entrambi gli storici religiosi e laici sono stati a setacciare attraverso papiri e iscrizioni per secoli, e non hanno trovato esattamente nulla di un Gesù terreno da tutto il primo secolo. Credenti e perfino alcuni studiosi seri vi diranno con grande sincerità che ci sono documenti del genere, ma semplicemente non è il caso! Io penso che un sacco di gente crede che Gesù fosse una persona famosa nel suo tempo, quindi devono esserci rapporti indipendenti su di lui – ma quando costretti, possono solo puntare ad una piccola manciata di considerazioni molto brevi che sono o troppo vaghe, o troppo tarde, oppure rivelatesi false dall'inizio alla fine. I primi legittimi riferimenti a Gesù iniziano a comparire nel II secolo, ma quelli stanno tutti parlando del Gesù della fede – sono relazioni di ciò che credevano i cristiani, e non resoconti indipendenti della vita di Gesù. Non ci sono resoconti contemporanei di un Gesù reale.

Ciò che abbiamo invece è una sorprendente mancanza di prove laddove noi ci saremmo davvero aspettati di trovarne, se ci fosse stata una persona perfino leggermente distinguibile all'origine dei racconti:

• Gesù, se è esistito, non lasciò nessuno scritto a sopravvivergli.

• Se qualcuno testimoniò un Gesù che è seguito da grandi folle o che predica sul monte o che è condannato e crocifisso, non abbiamo alcun ricordo di esso.

• Gesù avrebbe dovuto avere una dozzina di devoti seguaci, ma nessuno di loro scrisse qualcosa che sopravvisse, e perfino se fossero andati in giro a diffondere la parola dopo la morte di Gesù, a quanto pare nessuno notò qualcuno di loro, parimenti.

• Dei famosi e ben informati cronisti ampiamente letti e commentatori del tempo, nessuno ebbe
qualcosa da dire su Gesù.

Al di fuori del vangelo anonimo, non datato, e molto probabilmente fantasioso di Marco, non esiste alcuna attestazione di Gesù o dei suoi diretti protetti da tutto il primo secolo – l'intero secolo quando a quanto pare cominciò il cristianesimo è un grande buco nero. Quasi, oserei dire, come se nulla di ciò che possiamo leggere di Gesù accadde realmente.
Ora, come sappiamo tutti, l'assenza di prova non è una prova di assenza. Anche se non ci sono prove di una persona storica dietro i racconti intorno a Gesù, ciò in sé non dimostra che non è mai esistito una persona del genere. Tuttavia in questo caso penso che questa assenza ci dica qualcosa. Abbiamo un sacco di scritti circa altri aspiranti capi religiosi in quel momento e luogo, perfino circa quelli minori. Se ci fu anche Gesù, egli doveva essere veramente insignificante, altrimenti qualcuno avrebbe dovuto scrivere qualcosa anche su di lui. È possibile che tutti i resoconti che descrivono il vero Gesù fossero stati persi nel corso del tempo, ma tenete presente che questa fu un'epoca in cui l'unico modo per conservare e distribuire i libri era quello di fare copie scritte a mano, e la chiesa antica fu davvero grande nel business della copiatura – così potreste pensare che ogni documento che proverebbe l'esistenza di Gesù sarebbe stato prezioso, sarebbe stato ampiamente copiato, e sarebbe stato indicato in innumerevoli sermoni, cronache e lettere – parecchie delle quali noi abbiamo.

Quindi questo è il mio quarto punto principale – dall'anno uno fino al secondo secolo, fatta eccezione per il vangelo di Marco, qualsiasi resoconto di una persona simile ad un umano Gesù è inesistente, dalle fonti secolari e anche dalle fonti cristiane. L'intera storia cristiana si regge sul vangelo di Marco – non datato, anonimo, difettoso, e liberamente manomesso.

Per di più, tra l'altro, le prime persone che scrissero su Gesù scrissero tutti da terre lontane – Grecia, Siria, Egitto e Roma. Questa mancanza di fonti dalla zona di Gerusalemme, più l'ignoranza dell'autore di Marco sulla regione, mi conduce a una conclusione che potrebbe sorprendervi tanto quanto ha sorpreso me – non solo non ci fu mai un Gesù storico, ma il cristianesimo non cominciò neppure in Palestina! Sto cominciando a guardare come se le storie evangeliche fossero state composte in altri centri culturali dell'Impero Romano, e solamente ambientate nella Palestina di un'epoca passata, forse per nascondere il fatto che fossero davvero opere di fantasia.

Potreste starvi domandando, se non ci fu nessun capo carismatico che originò il cristianesimo, allora come fece ad iniziare? Ebbene, gli scettici come me hanno tre parole magiche per trarci fuori da ogni difficoltà – non lo so. Pensiamo che sia perfettamente del tutto giusto mettere in dubbio una proposta traballante se abbiamo una spiegazione migliore o meno. Ma penso che sia improbabile che il cristianesimo cominciò solo con un individuo. Proprio come non ci fu mai una sola Bibbia, così non ci fu mai un solo cristianesimo. Ci sono sempre stati molti cristianesimi. Possiamo vederlo proprio nei diversi concetti di Gesù che vengono presentati fianco a fianco nella Bibbia. L'essere celeste in Paolo. L'umano ordinario posseduto da uno spirito in Marco. Il dio che venne sulla Terra in forma umana e poi tornò al Cielo in Giovanni. Inoltre, i quattro vangeli canonici furono selezionati tra decine di libri, ognuno che racconta una storia diversa – il primo leader ecclesiastico ad elencare quei quattro per nome fu Ireneo di Lione nel 180, e il primo a dichiarare che questi erano gli unici autorevoli fu il vescovo Atanasio di Alessandria, alla fine del 4° secolo. Molti corsi d'acqua si fusero per formare il cristianesimo, e ci sono voluti centinaia di anni di dibattito e anche spargimento di sangue per martellare una religione “cattolica” – questa parola significa letteralmente “universalmente accettata” – che, naturalmente, non poteva essere sostenuto, e oggi si compone di decine di migliaia di fedi diverse con ogni concezione immaginabile di Gesù.

Non so come il cristianesimo cominciò ma ho una teoria. C'erano molti “culti misterici” in quella regione che insegnarono di esseri celesti che avevano nascite magiche, erano sacrificati, ed erano poi risorti. Potrei elencare alcuni nomi ma probabilmente non li riconoscereste – e ciò è del tutto giusto, perché sono tutti soltanto miti antichi che non hanno alcun impatto oggi – tutti tranne uno! Paolo predicò la fede in uno di questi dèi che muoiono e risorgono, come un adempimento di profezie ebraiche di un Messia venturo. Quelle dottrine non si basavano su qualche prova del mondo reale, e l'affidamento su visioni e avvistamenti mistici incoraggiò molti ambiziosi capi della chiesa a promuovere le loro versioni della religione, perciò spuntarono molte sette rivali. Qualcuno ebbe la grande idea di inventare una “tradizione apostolica” – affermando che i sacerdoti della loro setta furono istruiti dai sacerdoti che furono istruiti dai seguaci di Gesù Cristo stesso, nella carne. Avevano bisogno di prove a sostegno di questa straordinaria pretesa, così qualcuno che noi chiamiamo Marco converte il personaggio celeste Cristo in un essere umano in una malcelata opera di fantasia simbolica, ambientando il suo racconto in una terra lontana di un passato remoto, utilizzando tipi di personaggi e episodi attinti da Omero e da altri racconti popolari allo scopo di raccontare le storie dell'Antico Testamento. Col tempo giunsero gli autori anonimi di Luca, Matteo e Giovanni, e molti altri scrittori le cui opere sono ormai perdute o in gran parte dimenticate, ognuno prendendo Marco come punto di partenza, e ciascuno raffigurando un Gesù che si adattava ai fini della sua versione particolare della nuova religione in via di sviluppo. Gesù diventò una persona reale a cui fu fatto pronunciare cose diverse per attribuire autorità a ciascuna fazione. Alla fine, nel IV secolo, alcune delle differenze tra quei credi furono risolte da un grande comitato chiamato il Primo Concilio di Nicea. Dovuto in non piccola parte al patrocinio dell'imperatore di Roma, questa teologia di compromesso diventò “ortodossa”, e tutti gli obiettori furono dichiarati “eretici” e i loro scritti furono soppressi.

O, per dire tutto ciò più brevemente, Gesù fu un'invenzione del cristianesimo, non l'inventore

Ho il sospetto che i vangeli furono accuratamente scritti per esser compresi su due livelli: per la persona media non istruita, il tipo di partecipante-a-messa che Robert Price chiama una “patata del banco di chiesa”, il messaggio di Gesù, lo Spirito celeste, era più facile da comprendere quando fu rappresentato come un maestro umano. I vangeli erano collezioni di racconti di facile comprensione con ovvie lezioni morali, e storie di miracoli abbastanza abbaglianti da attirare l'attenzione della gente. Descrivevano un reale maestro in carne e ossa, con ambientazioni realistiche e detti memorabili, facili da capire e da ricordare. Ma c'era un secondo significato, nascosto. Scelti accoliti furono istruiti ad interpretare i testi in modi più esoterici, segreti. Il nome stesso “Gesù Cristo” significa letteralmente “Salvatore Unto” – non è il nome di qualcuno, è una luminosa luce lampeggiante che si tratta di un personaggio in un racconto allegorico. Quindi, un vangelo poteva essere letto non come una biografia di qualche filosofo che insegnava utilizzando parabole, ma come una lunga parabola, scritta in simboli codificati, che servì da supporto alla memoria dei precetti di qualche religione misterica da lungo tempo dimenticata, ma solo per membri adeguatamente iniziati. Le lezioni sono là in bianco e nero, ma possono solo essere comprese da quei pochi ai quali è stata data le conoscenza per dischiuderli. In realtà questo è esattamente ciò che rivela l'autore di Marco nel capitolo 4, versi 11-12. Questo è Gesù che parla:
A voi è dato di conoscere il mistero del regno di Dio; ma a quelli che son di fuori, tutto è presentato in parabole, affinché vedendo, vedano sì, ma non discernano; udendo, odano sì, ma non intendano; perché non si convertano, e i peccati non siano loro perdonati. [corsivo mio]
Proprio così, Gesù, come raffigurato in Marco, insegnò in codice, perché non voleva che tutti coloro che lo sentivano fossero “salvati”, soltanto quelli che conoscevano i significati segreti. I quali, naturalmente, non furono preservati in scrittura per noi – altrimenti non sarebbero stati segreti!

È interessante e un pò triste che le persone che sono i lettori più affezionati della Bibbia – i fondamentalisti cristiani – la prendono per la semplice e letterale verità. Loro la stanno leggendo nel modo più superficiale possibile. Loro stanno accuratamente, diligentemente, penosamente, e faticosamente mancando il punto. La Bibbia è un'affascinante collezione di documenti viventi, una finestra nei mondi perduti di epoche passate, ed è stata enormemente influente nello sviluppo della cultura occidentale. È molto più utile e interessante studiarla in quel modo, piuttosto che far finta che sia un semplice resoconto storico!

Una parabola evangelica è uno strumento per veicolare una lezione morale. Voi a quanto pare comprendete la lezione, non vi lasciate incantare dai dettagli superficiali della parabola. Ma persino un'improbabile fantasia trova il modo di trasformarsi in Storia nell'immaginazione della gente. Succede tutto il tempo. Quanti di voi sanno cos'è successo fuori Roswell, in New Mexico nel luglio 1947? Un allevatore trovò alcuni bastoni strani e pezzi di foglio di alluminio sul suo terreno. Si alzò un polverone circa la possibilità di un distrutto “disco volante” nel giornale locale, ma si rivelarono i resti di un pallone sperimentale, e il tutto fu rapidamente dimenticato. Ma trentuno anni dopo, non scherzo, il National Enquirer approfondì la storia e senza indugio la denunciò come un insabbiamento del governo di una navicella aliena schiantatasi al suolo, e oggi è saldamente fissata come tale nell'immaginazione di milioni di persone. Sempre più elementi si aggiunsero alla semplice storia originale, e ora comprende testimonianze oculari delle vittime di incidenti di altri mondi e perfino una finta pellicola delle loro autopsie, e tecnologie di ispirazione aliena in fase di sviluppo da parte di funzionari del governo ombra nell'Area 51. E questo non capitò in un qualche angolo oscurantista della storia, è accaduto nell'America colta e tecnologicamente avanzata del tardo 20° secolo – dove chiunque avrebbe potuto paragonare questo racconto fantastico a storie reali circa astronauti reali! Potreste aspettarvi che uno stupido racconto inventato di un distrutto disco volante in una fonte come The National Enquirer dovrebbe essere stato degno di niente più di una risata. Ma a volte un racconto stupido sembra trovare un accordo, e non solo persiste, ma cresce!

Abbiamo anche visto che le religioni si originano da inizi poco promettenti. Considerate i mormoni. Joseph Smith, un imbroglione perditempo, era stato condannato di raggiro ai danni di agricoltori nella parte occidentale di New York per averli persuasi di essere stato in grado di poter trovare l'oro sepolto sul loro terreno. Dopo che uscì di prigione se ne uscì con una migliore idea – questa volta, un'idea non falsificabile. Annunciò che un angelo venne da lui in sogno e gli rivelò dove trovare tavolette d'oro sepolte, che convenientemente non potè mostrare a nessuno e solo lui era capace di leggerle, per magia! E milioni di persone credettero davvero a questo, anche nel 21° secolo. Contro la ragione, il mormonismo diventò una delle principali religioni del mondo in molto meno tempo di quanto fece il cristianesimo. Avremmo avuto un presidente mormone! Tra l'altro, anche se credete che il mormonismo sia ridicolo, noi abbiamo modo di mostrare più e migliori prove dei miracoli che lo circondano di quanto ne abbiamo per Gesù, come documenti originali, perfino dichiarazioni sotto giuramento. Questo dimostra che masse di persone possono credere a cose veramente strane, anche affidandosi a prove grossolanamente insufficienti, e anche quando ci sono spiegazioni molto più probabili della povera evidenza in nostro vero possesso – come, per esempio, la gente si inventa le cose. 

Credo che il cristianesimo arrivò in un momento fecondo nella storia mondiale, quando l'impero romano stava crollando sotto la propria decadenza, così come assalito dall'esterno, e i vangeli promossero un nuovo stile di vita di successo di cooperazione e di auto-sacrificio. Fece anche appello alla stragrande maggioranza della popolazione, i poveri e deboli – insegnò loro ad accontentarsi di soffrire qui e ora colla promessa di una torta in cielo alla morte. Ma quando i cristiani presero il controllo, il potere fece  ciò che fa il potere, corruppe. Così i cristianesimi alternativi erano o soppressi oppure costretti ad adattarsi per soddisfare la versione ortodossa, vescovi e papi assunsero il potere di controllare le informazioni, e il resto, si potrebbe dire, è Storia.
 
Gli evangelisti furono inventori non i reali conoscitori dei fatti che concernevano Gesù. Ognuno di loro infatti scrisse il racconto sulla passione non in modo concorde, ma in modo assolutamente differente.
― Porfirio (234-305 EC circa),
Contro i Cristiani

Io penso che Gesù cominciò come un mitico essere celeste, e in seguito fu convertito in una figura storica per consolidare l'autorità dei capi della religione emergente. I sacerdoti e i vescovi erano messi a  parte dell'inganno, di cui potrebbero onestamente aver creduto che fosse giustificato per condurre le masse alla salvezza, ma alla fine anche la maggior parte di loro venne a credere alla pia frode. Per la maggior parte degli ultimi 2000 anni la Chiesa ha avuto assoluto controllo sul governo, l'istruzione, la scrittura della Storia, e sulle stesse vite delle persone, e l'idea di un Gesù storico era parte dell'ortodossia – ponetela in discussione a vostro rischio e pericolo. Per secoli è stata predicata in chiesa ed impartita nei corsi di storia come fatto inattaccabile. Non aiuta che ancora oggi, la maggior parte degli studiosi di scienze religiose sono, si sa, religiose – io non penso che essi si avvicinano alla questione con menti aperte. Il risultato è che anche se sta diventando chiaro che c'è davvero poca evidenza che Gesù fosse una persona reale, dubitare di lui è visto dalla maggior parte della gente o come iperscettico oppure addirittura delirante, perfino tra atei.

Non voglio dire che ci sia una cospirazione per mantenere viva l'idea di un Gesù storico. È solo che alla gente di generazione in generazione gente è stato insegnato che “tutti sanno” che Gesù era reale, e la messa in discussione di quest'ipotesi non è stata, per così dire, incoraggiata. Ci sono sempre state persone in realtà che hanno pensato che Gesù fosse un personaggio inventato in un racconto, dall'antichità fino ai giorni nostri. In passato questo tipo di discorso poteva portare al rogo voi e i vostri libri, ma ora con internet, quelle domande sono fuori all'aperto, e anche dilettanti come me possono fare argomenti molto potenti contro il Gesù storico.

Ecco, questo è il mio pensiero su quello che è conosciuto come la “Teoria del mito di Cristo”. Come buoni pensatori critici, voi potreste chiedervi, come rispondono i difensori del Gesù storico? Sicuramente hanno tutti o cambiato idea e ora concordano con me, oppure hanno alcuni buoni argomenti che io non ho considerato, giusto? Vediamo.

I cristiani in realtà non gradiscono la Teoria del mito di Cristo, naturalmente. Io illustrerò alcune delle loro obiezioni comuni. Vi prego di capire – io non li sto mettendo in avanti come buoni argomenti. Penso che vedrete le falle nelle loro obiezioni prima ancora perfino che dia la mia risposta. Ma vi assicuro, questo è davvero la qualità dei contro-argomenti che otteniamo da parte di cristiani.
1. Proprio nessuno avrebbe fabbricato un racconto come quello che figura nei vangelipersone che erano state sul posto dove le storie presero luogo le avrebbero denunciato come menzogne. Ma ricordate che il primo vangelo si presenta come un racconto ambientato molto tempo fa, in un paese lontano, molto lontano. Non c'era probabilmente nessuno più presente che potesse contraddire la storia, e anche se ci fosse stato, noi non sappiamo come furono ricevuti i vangeli. Per quanto ne sappiamo ci può essere stata una smentita, ma il solo scritto che sopravvive proviene dai credenti.

2. I discepoli di Gesù furono martirizzati per i loro credi. Devono aver saputo che Gesù fu reale perchè nessuno morirebbe per una menzogna. Beh, prima di tutto, non è troppo inverosimile che qualcuno potesse finire ucciso a causa di una menzogna, e, naturalmente, un sacco di persone sono morte perché credevano sinceramente qualcosa che in realtà non era vero! In ogni caso, si scopre che le storie ispiratrici delle nobili morti dei discepoli provengono da leggende e tradizioni locali della chiesa che potrebbero essersi sviluppate nel corso dei secoli, e non da documenti storici attendibili. Non possiamo nemmeno dire se i discepoli di Gesù fossero persone reali, in primo luogo, e di certo non sappiamo come sono morti. Ricorda quel grande buco nero di tutte le informazioni solide su Gesù o uno qualunque dei suoi seguaci da tutto il primo secolo? Qualsiasi prova di quei presunti martiri sarebbe dentro là.

3. La Bibbia fu ampiamente copiata più di ogni altro libro la gente deve aver saputo che fosse fattuale oppure non ci sarebbe stata così tanto richiesta di essa. Questo significa solo che il cristianesimo è diventato ampiamente praticato e potente, un fatto che nessuno contesta. Sono anche altri libri popolari tutti veri? Gli altri più grandi best-sellers di tutti i tempi sono il Corano, le Citazioni del Presidente Mao, Don Chisciotte, un dizionario di cinese, un Racconto di Due Città, il Signore degli Anelli, e, naturalmente, Harry Potter e la Pietra Filosofale


4. Un sacco di persone intelligenti credono in Gesù, e le persone intelligenti hanno ragione generalmente.  Chiunque può essere in torto su qualcosa, soprattutto in una zona dove non sono esperti, e io sostengo che nessuno è un esperto di Dio. Le persone intelligenti possono essere clamorosamente in torto, perché sono capaci di suggerire giustificazioni molto fantasiose per le credenze alle quali sono disperatamente aggrappati. Ci sono un sacco di intelligenti Scientologisti che hanno torto marcio su Xenu, il dittatore galattico. Se un miliardo di intelligenti cristiani hanno ragione intorno a Gesù, allora un miliardo di intelligenti indù dovrebbe essersi sbagliati sul Signore Shiva – ma se è solo una questione di numeri, perché non poteva essere il contrario? E se uno dei due gruppi potrebbe essersi sbagliato, perché non possono essersi sbagliati entrambi i gruppi? Vorremmo sapere se un gruppo avesse ragionese noi avessimo prove sufficienti.

5. Ah, ma noi abbiamo testimoni! Cosa dici di 1 Corinzi 15, versi 3-8? Questo è l'apostolo Paolo con le sue stesse parole:

Vi ho trasmesso a voi dunque, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le scritture, e che fu sepolto, e che è stato risuscitato il terzo giorno secondo le scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta, la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Poi apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti, come a un aborto, apparve anche a me.
Cinquecento testimoni! Scacco matto, ateo! Probabilmente non dovrei neppure includere quest'argomento, perché si suppone che quelle apparizioni ebbero luogo dopo la crocifissione e la resurrezione. Paolo in realtà non menziona nessuno che vide Gesù prima che morì, e quella è la prova del Gesù pre-morto che stiamo cercando di trovare. Ma ho incontrato cristiani che usano questo estratto da 1 Corinzi come prova di un Gesù storico, quindi dò loro l'onore di ingaggiare il loro argomento. Quindi cerchiamo di darvi uno sguardo. Nella testimonianza di Paolo, noi in realtà non abbiamo 500 testimoni – abbiamo solo il racconto di un solo tizio circa 500 testimoni. Egli non dice nemmeno come lo sa – ha fatto parlare ciascuno di loro, e li ha contati? Sta solo ripetendo un racconto udito altrove? Qualcuno potrebbe forse aver esagerato ad un certo punto? Ed anche se fosse accaduto esattamente come descritto, guardate a ciò che scrisse: il Cristo risorto apparve a tutte quelle persone, e, infine, a Paolo stesso. Ma quello è convincente soltanto se stiamo pensando anche ai racconti evangelici che dicono che la crocifissione capitò ad una persona reale in uno specifico momento e luogo. Ricordate, Paolo non conosceva quei racconti. Noi sappiamo cosa intendeva Paolo quando Cristo “apparve” a lui – Paolo lo trovò negli  antichi testi: lui dice che “ha ricevuto” questo “secondo le scritture”. Non sta dicendo che Gesù uscì dalla sua tomba e fu avvistato sulla strada di Gerusalemme – Paolo non aveva nessun'idea che Gesù fu mai a Gerusalemme! Così Paolo sta dicendo che quei cinquecento esperirono Cristo come fece lui, in qualche genere di maniera metaforica. Che non è così impressionante. Io scommetto che posso trovare 500 persone proprio qui a Iowa City, che direbbero di aver avuto un qualche tipo di incontro personale con Gesù.

 Una delle più tristi lezioni della storia è questa: se siamo stati raggirati abbastanza a lungo, tendiamo a rigettare ogni prova del raggiro. Non siamo più interessati a scoprire la verità. Il raggiro ci ha catturati. E' semplicemente troppo doloroso ammettere, perfino a noi stessi, che siamo stati fregati. Una volta che avrai concesso a un ciarlatano di avere potere su di te, non lo riavrai quasi mai indietro.
― Carl Sagan, The Demon-Haunted World: Science as a Candle in the Dark


Dovrei anche sottolineare che nessuno dei vangeli menzionò quest'apparizione su larga scala del Cristo risorto. Ciò che dice il vangelo di Marco (prima che varie e contraddittorie aggiunte fossero fatte qualche centinaio di anni più tardi) è che Gesù la prima volta apparve, non a “Cefa e poi ai Dodici” eccetera, ma a tre donne – e il gioco è fatto, fine della storia. Quindi, o Paolo oppure l'autore di Marco si era gravemente sbagliato – oppure tutti e due lo erano. Oppure si inventarono le cose.

Questo per quanto riguarda come i cristiani rispondono ai miticisti. Che ne dite degli storici secolari? Devo dire, le loro risposte in realtà non sono niente di meglio! Quello che ho visto è che di volta in volta, la loro confutazione è qualcosa come “La stragrande maggioranza degli esperti concordano sul fatto che Gesù fosse una persona reale.” E questo è vero, la maggior parte di loro dicono così, ma perché? Continuano, “La prova di un Gesù storico è così abbondante che non dovremmo nemmeno aver bisogno di difendere la nostra posizione”. E stranamente, la maggior parte di loro si fermano a quel punto, con quell'affermazione. La maggior parte degli storici respingono il miticismo come idiozia e pseudostoria marginale, ma se costretti ad offrire la loro prova che Gesù era una persona reale, noi torniamo indietro alle stesse fonti sospette e contraddittorie che io ho già confutato in questo breve discorso — i vangeli, la epistole, la tradizione, l'autorità — in altre parole, lo assumono sulla fede. Loro hanno anche alcuni argomenti oscuri e tecnici come il “criterio di imbarazzo” e il fatto che Paolo si riferisce all'apostolo Giacomo come a “il fratello del Signore” — che io posso trattare se volete, ma vi assicuro, io posso sconfiggere anche quelli argomenti, e io sono solo un tizio con un hobby! Inoltre, per quanto strano possa sembrare, alcuni storici si basano su fonti che in realtà non esistono. Ad esempio, dicono che quando Matteo e Luca stavano aggiungendo al racconto di Marco, loro potevano aver usato una raccolta di detti autentici di Gesù, che da allora è stata persa — quindi questo documento mancante è la prova di un Gesù storico. Beh, forse, ma ciò vale in entrambe le direzioni, sapete — potrei stare qui a contrastare i loro documenti ipotetici con i miei documenti ipotetici. Ma se lo facessi, mi auguro che voi non pensiate che io sia convincente! Ciò mi sembra davvero bizzarro.
L'invisibile e l'inesistente si somigliano molto.
― Delos B. McKown, The Mythmaker's Magic

Non staremmo ad avere questo tipo di polemica rispetto a qualsiasi altro semidio da un paese lontano di 2000 anni fa. Nessuno si ossessiona sopra un Ercole storico, dopo tutto. Gesù riceve un trattamento speciale sul modo in cui la storia è fatta normalmente, anche tra la maggior parte degli storici secolari. È come se ci fosse qualche ragione psicologica per cui, a dispetto di tutte le prove accumulate e i lucidi argomenti moderni, loro sembrano ancora incapaci di passare dal “possiamo essere certi” al “non possiamo essere certi” — come farebbero se dovessero ammettere che loro e i loro cari mentori potrebbero essere stati in torto fin dall'inizio. O forse alcuni di loro pensano che la loro carriera ne soffrirebbe se pubblicassero qualcosa non gradito ai grandi donatori delle loro università.

Ebbene, nel 21° secolo, Internet ha reso la Storia un'area democratica di studio. Tutti noi abbiamo accesso a tutta la letteratura, e anche alle fonti primarie come antichi manoscritti. Proprio come “cittadini scienziati” stanno facendo scoperte importanti come il ritrovamento di nuove comete e specie animali, ci sono “cittadini storici” che stanno sviluppando interessanti nuove idee sulla Storia, e le stanno diffondendo in giro come mai prima d'ora. Grazie a questo, la parola si sta levando: Gesù è in difficoltà.

Così cos'ho imparato nei miei sforzi di scoprire il Gesù storico? Sarò schietto. L'intero, vasto edificio che è il cristianesimo sembra esser stato costruito sulle fondamenta di un mito e incompresa fiction – e un sacco di ciò è propaganda in senso stretto. Questo non vuol dire che è tutto falso, ma qui è il punto importante: vuol dire che noi non siamo giustificati a credere che qualcosa di esso sia vero. Credeteci, se volete, sulla fede, ma sappiate che tutte le prove che lo supportano o sono deboli, contraddittorie, oppure fraudolente. Questa scoperta non ha distrutto la mia fede, perché non ho avuto alcuna con cui cominciare, ma anche come un ateo ciò mi porta ancora ad una conclusione che fa riflettere: che non c'è davvero alcun limite all'abilità degli umani di ingannare noi stessi. Mi ha mostrato che come individui e come società siamo tutti in grado di credere ad una falsità, o almeno credere a qualcosa senza giustificazione, perfino se è davvero una gran cosa e perfino se vi abbiamo creduto per un tempo davvero lungo. E poiché non c'è niente di speciale in me, è un salutare promemoria che io posso aver torto su cose importanti, proprio come ogni altro! Così faccio uno sforzo consapevole per seguire il consiglio di un uomo saggio, Matt Dillahunty, che dice che il tempo è giusto per credere in qualcosa solo dopo che avete prove sufficienti.

Probabilmente dovrei ammettere che io possiedo un'agenda: potrebbe esserci stato un tempo nel nostro barbaro passato quando le religioni contribuirono a costruire e a conservare la civiltà, e ciò fu una cosa buona e necessaria. Ma sarebbe stato molto tempo fa. Io credo che nel 21° secolo la religione fa molto più del male che del bene. Voglio aiutare a rimuovere uno dei sostegni da sotto il cristianesimo, ed in fretta coll'imminente era post-cristiana. Quella è una “fine dei tempi” oltre cui posso pervenire!

Ma voglio concludere con una nota positiva. Ci sono un sacco di persone che credono che Gesù non poteva essere stato il figlio di un dio, ma fu nondimeno un maestro e filosofo brillante, molto più avanti del suo tempo. A loro dispiacerebbe vederlo venir cancellato dalla Storia. Ci sono alcune lezioni belle e potenti che si trovano nei vangeli: prendetevi cura gli uni degli altri. Rispondete ad atti offensivi con compassione. Non ammucchiate ricchezza come un avaro, ma fate tutto il possibile per aiutare i poveri. Non fare mostra di te stesso mentre preghi in pubblico. Quelle idee hanno illuminato il mondo, e noi faremmo bene a prestare loro attenzione anche oggi. Ma ci vuole un essere estremamente dotato per avere idee come quelle? Penso che sia molto più stimolante rendersi conto che non provengono da un dio, o perfino da una persona straordinaria, ma da normali donne e uomini anonimi come noi. Non c'è alcun motivo per cui anche ognuno di noi non possa illuminare il mondo con grandi idee.

Grazie a voi, e spero che abbiate una felice Pasqua!


 bibliografia:
Carrier, Richard, ‘Luke vs. Matthew on the Year of Christ’s Birth’, in Hitler, Homer, Bible, Christ (Richmond, CA: Philosophy Press, 2014).

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― ’Why the Resurrection is Unbelievable’, in The Christian Delusion (ed. John W. Loftus; Amherst, NY: Prometheus Books, 2010).

Coogan, Michael D. (Ed.), The New Oxford Annotated Bible (Oxford, UK: Oxford University Press, 2007).

Ehrman, Bart D., Misquoting Jesus: The Story Behind Who Changed the Bible and Why (New York, NY: HarperSanFrancisco, 2005).

Fitzgerald, David, Nailed: Ten Christian Myths That Show Jesus Never Existed At All (Lulu.com, 2010).

Price, Robert M., The Historical Bejeezus: What a Long, Strange Quest It’s Been (Cranford, NJ: American Atheist Press, 2013).

Salm, René, NazarethGate: Quack Archaeology, Holy Hoaxes, and the Invented Town of Jesus (Cranford, NJ: American Atheist Press, 2015).

Zindler, Frank, ‘Cognitive Dissonance: The Ehrman-Zindler Correspondence’ (http://www.mythicistpapers.com/zindlercogdis.pdf, 2012)

The Jesus the Jews Never Knew: Sepher Toldoth Yeshu and the Quest of the Historical Jesus in Jewish Sources (Cranford, NJ: American Atheist Press, 2003).

Numerosi saggi scientifici apparsi online sui blog Richard Carrier Blogs (Richard Carrier), Celsus (Matthew Ferguson), The Mythicist Papers (René Salm), e Jesus Never Existed (Kenneth Humphreys).
Numerosi episodi dei podcast The Bible Geek e The Human Bible a cura di Robert M. Price, e letture ricordate e interviste di Richard Carrier, Earl Doherty, David Fitzgerald, Ralph Lataster, e Robert M. Price, disponibili su YouTube.